Migranti in Albania con le manette ai polsi, Salvini: “Dovevamo dargli le uova di Pasqua?”

Polemica sullo sbarco in Albania dei migranti in attesa di rimpatrio, scesi dalla nave con le fascette ai polsi e accompagnati dalle forze dell’ordine. “Sono irregolari, dove è il problema?”, ha minimizzato Matteo Salvini: “Dovevo mettergli in mano un uovo di Pasqua?
A cura di Giulia Casula
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È polemica dopo lo sbarco a Shengjin della nave della Marina militare Libra con a bordo i 40 migranti, destinati al centro di permanenza e rimpatrio di Gjader in Albania. Negli scorsi giorni erano arrivati al Cpr di Brindisi dopo aver ricevuto il provvedimento di espulsione e ora resteranno nei centri albanesi in attesa di essere rimpatriati nei Paesi d'origine.

Dopo l'arrivo al porto di Shengjin i migranti sono scesi dalla nave con le fascette ai polsi, accompagnati dalle forze dell'ordine. A denunciare la scena, l'europarlamentare Pd Cecilia Strada, che era presente. "Scendevano ammanettati", ha dichiarato. "Chiederemo conto delle modalità del trasferimento. Aspettiamo di entrare nell'hotspot appena finite le operazioni di polizia. Vengono apparentemente da moltissimi Cpr, quasi tutti quelli italiani, ma non abbiamo moltissime notizie", ha aggiunto.

Successivamente, i migranti, di nazionalità diverse, sono stati trasferiti in pullman nel centro di Gjader, trasformatosi in Cpr grazie al decreto con cui il governo ha predisposto il trasferimento non più solo dei richiedenti asilo, ma anche delle persone che hanno ricevuto provvedimento di rimpatrio.

"Mi stupisce lo stupore di chi si stupisce", ha risposto Matteo Salvini minimizzando la polemica sulle manette ai migranti trasferiti in territorio albanese. "Se degli irregolari, clandestinamente presenti sul territorio nazionale, in via di espulsione, con precedenti penali, vengono accompagnati in manette in un centro per rimpatri, dove è il problema?", ha proseguito leader della Lega. "Dovevo mettergli in mano un uovo di Pasqua? Va benissimo così", ha concluso.

Anche per il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi "è una normalissima prassi che fa parte delle procedure operative che adottano gli operatori in piena autonomia. Questo non significa per me prendere le distanze, anzi lo rivendico e condivido", ha detto. "Si tratta di persone trasferite in condizione di limitazione della libertà personale. Se non si fosse agito in questo modo, avremmo dovuto quadruplicare gli operatori di polizia per l'accompagnamento, avremmo avuto bisogno di almeno un'altra nave, avremmo dovuto fare un trasferimento molto costoso e saremmo stati accusati di aver speso molti soldi", ha spiegato. "Erano tutti e 40 persone oggetto di provvedimento di trattenimento in quanto, come prevede la legge, alla condizione di irregolarità amministrativa si aggiungeva una valutazione di pericolosità", ha proseguito. "Tra i motivi per cui si predispongono queste misure di contenimento c'è quello di proteggere la sicurezza anche degli operatori di polizia, che per quanto mi riguarda rimane sempre al primo posto", ha concluso Piantedosi, ricordando che tra le persone trasportate "ci sono 5 casi di condanna per violenza sessuale, un caso di tentato omicidio, reati contro patrimonio, furti, resistenza a pubblico ufficiale".

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