Migranti, in 500 in mare. Ocean Viking effettua un soccorso critico: altre 105 persone salvate
AGGIORNAMENTO:
"Undicesimo giorno. La stanchezza è tanta, ma non è solo fisica. È la consapevolezza della follia di questa situazione. 160 persone in mare da 11 giorni. 160 persone fragili e bisognose di aiuto. 160 persone. Resistiamo". I volontari della nave umanitaria Open Arms, dell'ong spagnola Proactiva Open Arms, hanno scritto un tweet d'aggiornamento sulla situazione a bordo della nave.
Ieri 9 persone sono state evacuate: si trattava di 3 persone malate, e altri 6 accompagnatori. Gli infermi erano una donna di 32 anni con un tumore al cervello, un ragazzo ventenne con sospetta tubercolosi, e una donna di 28 anni con la polmonite. Di questi solo uno è stato trasportato da una motovedetta della Guardia costiera a Lampedusa. Al termine di una trattativa tra Italia e Malta si è infatti stabilito che due dei tre migranti, con alcuni familiari, per un totale di 8 persone, sarebbero andati a La Valletta, mentre il giovane con sospetta tubercolosi è stato portato sull'isola siciliana. Ieri la Procura di Agrigento ha aperto un'indagine, a carico di ignoti, per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.
Il caso Ocean Viking
In questo momento i migranti nel Mediterraneo, in attesa dell'indicazione di un ‘porto sicuro' per lo sbarco non sono solo quelli della Open Arms. Un'altra nave umanitaria, la Ocean Viking, di Msf e Sos Mediterranee, battente bandiera norvegese, ha appena effettuato un salvataggio: "Sos Mediterranee e Msf hanno appena completato un soccorso critico. Pochi minuti dopo la distribuzione dei giubbotti di salvataggio, è scoppiato il gommone facendo cadere tutti in acqua. Tutte le 105 persone sono ora al sicuro sulla OceanViking Totale a bordo ora: 356". Ieri, in quella che è stata la loro terza missione in tre giorni gli equipaggi di Msf e Sos Mediterranee hanno recuperato altre 81 persone da un gommone non adatto alla navigazione. L'operazione è avvenuta in acque internazionali al largo della Libia.
Evangelici scrivono a Sassoli: "Li accogliamo noi"
Il presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, pastore Luca Maria Negro, e il moderatore della Tavola valdese, pastore Eugenio Bernardini, scrivono al presidente del Parlamento europeo David Sassoli per riaffermare la disponibilità ad accogliere i profughi soccorsi dalla nave Open Arms. "Vogliamo ribadire a lei e al Parlamento europeo la disponibilità delle strutture della Federazione delle chiese evangeliche in Italia e della Tavola valdese a farsi carico dell'accoglienza di queste persone in attesa che, doverosamente, si definisca quell'accordo europeo che lei stesso ha opportunamente auspicato – si legge nella missiva, che prosegue invitando a – mettere al primo posto la salute e il destino di persone che hanno già subito gravi traumi". Negro e Bernardini, che quattro giorni fa avevano già scritto al premier Giuseppe Conte e al ministro Matteo Salvini offrendo la disponibilità ad accogliere, chiedono con urgenza una "soluzione umanitaria, tecnica e provvisoria che avrebbe il grande merito di dare sollievo a persone già oggi allo stremo".
Le reazioni
"È una situazione insostenibile che 160 persone da 10 giorni su Open Arms, e oltre 250 su OceanViking siano bloccati in mezzo al mare per i capricci di un ministro che fra poco non sarà titolare Viminale e che continua a istillare odio e menzogne (a spese italiani) sulle spiagge", ha twittato ieri Nicola Fratoianni di Sinistra italiana. "Una donna con un tumore al cervello, un uomo con la tubercolosi, un’altra donna con la polmonite. Tenuti 11 giorni a bordo della nave ong, Open Arms. Prima dello sbarco, Italia e Malta hanno aperto una trattativa per spartirsi i malati. Non mi abituerò mai a questa disumanità", ha scritto Davide Faraone (Pd).