Migranti, illegali i respingimenti ‘informali’ dall’Italia verso la Bosnia
È arrivata un'importante sentenza del Tribunale di Roma sul caso di un cittadino pakistano, richiedente asilo, riammesso nel luglio del 2020 dall’Italia alla Slovenia, da qui in Croazia e quindi in Bosnia, secondo un meccanismo consolidato di ‘riammissioni a catena', in base a un accordo bilaterale Italia-Slovenia del 1996. Si legge nell'ordinanza, datata 18 gennaio: "Ha diritto a fare immediato ingresso in Italia, in applicazione dell'articolo 10 della nostra Costituzione, per poter chiedere asilo, il cittadino straniero illegalmente riammesso in Slovenia e poi in Bosnia sulla base dell'accordo Italia-Slovenia da considerarsi in palese violazione delle norme internazionali, europee e interne".
La sentenza "smonta" di fatto le riammissioni "informali" praticate dal maggio 2020 dei migranti della rotta balcanica arrivati nel Friuli Venezia Giulia dalla Slovenia, prima tappa dei respingimenti a catena che si conclude nel cantone bosniaco di Una-Sana. La notizia è stata divulgata dall'Associazione studi giuridici sull'immigrazione, che ha assistito nel ricorso alla giustizia il cittadino pakistano richiedente asilo, che in virtù di questo meccanismo non ha potuto esercitare il suo diritto d'asilo in Italia. Ora il tribunale ha ordinato all'amministrazione di emettere per lui il visto d'ingresso, perché possa finalmente venire in Italia.
"Con tale decisione il Tribunale ha sancito l'illegittimità della procedura di riammissione attuata al confine orientale italiano sulla base di un accordo siglato tra Italia e Slovenia nel 1996, mai ratificato dal Parlamento italiano", spiegano dall'Asgi. Il Tribunale osserva inoltre che la riammissione è stata "eseguita senza la consegna agli interessati di alcun provvedimento e senza alcun esame delle situazioni individuali, dunque con chiara lesione del diritto di difesa e del diritto alla presentazione di un ricorso effettivo".
È stato violato inoltre "l'obbligo di non refoulement il quale vieta di esporre lo straniero a rischi di trattamenti inumani e degradanti", documentati da numerose onng e dalle testimonianze raccolte dal Border Violence Monitoring network, "una drammatica costante al confine croato", sottolineano dall'Asgi.
Le reazioni alla sentenza del Tribunale
“Alla luce della sentenza del Tribunale di Roma, se il governo decidesse di continuare con le riammissioni ‘informali', ci troveremmo davanti a una cosa eversiva”, ha detto alla Dire il vicepresidente dell'Associazione studi giuridici sull'immigrazione (Asgi), Gianfranco Schiavone.
Secondo Asgi ora il governo potrebbe fare appello contro la sentenza del Tribunale di Roma. "Già nel procedimento il governo poteva far valere delle motivazioni, se ne avesse avute – spiega Schiavone -. Il fatto che non le ha fatte valere fa immaginare che non ne avesse molte”. Tuttavia dall'Asgi concludono che questo è solamente il primo caso portato davanti alla giustizia, mentre l'associazione ne ha già istruiti altri, anche se non prossimi alla sentenza.
“Il Tribunale di Roma ha condannato il Viminale per i respingimenti italiani in Slovenia dichiarandoli illegittimi e per aver esposto consapevolmente le persone a ‘trattamenti inumani e degradanti' lungo la rotta balcanica e a ‘torture' in Croazia. Ora il ministro Luciana Lamorgese deve intervenire e fare in modo che tutto ciò non accada più, soprattutto se pensiamo che ci troviamo in presenza di numerosi richiedenti asilo", dice Riccardo Magi, deputato di +Europa Radicali.
"In merito ai respingimenti praticati dal Ministero dell'Interno ho cercato di fare chiarezza anche attraverso un'interrogazione parlamentare del luglio scorso, chiedendo informazioni sulle procedure seguite dalle autorità italiane. La cosa grave è che il Ministero ha prima ammesso in Parlamento di praticare ‘riammissioni informali' anche nei confronti di richiedenti protezione e successivamente, pochi giorni fa, ha negato di procedere in questo modo. La sentenza del Tribunale di Roma smentisce clamorosamente il Viminale e bolla come illegittima, ‘sotto molteplici profili', la pratica dei respingimenti. Ringraziando il prezioso lavoro delle avvocate Caterina Bove e Anna Brambilla e di A.S.G.I. – Associazione per gli studi giuridici sull'Immigrazione, mi auspico che fin da subito il Viminale interrompa per sempre questa prassi disumana. Le istituzioni italiane ed europee non possono continuare a tacere sulla catastrofe umanitaria che avviene nel campo profughi di Lipa in Bosnia e sulla rotta balcanica dove migliaia di migranti, bloccati dal gelo e dalla neve, rischiano la vita nell'indifferenza".
"L'ordinanza del Tribunale di Roma conferma la preoccupazione espressa al Governo da molte deputate e deputati in diversi atti parlamentari (interrogazioni, question time). I "respingimenti informali" dei migranti dall'Italia verso la Slovenia sono illegittimi perché violano la legge italiana, la Costituzione, la Carta dei diritti fondamentali dell'Ue e lo stesso accordo bilaterale fra Slovenia e ministero dell'Interno – dice in una nota Laura Boldrini, deputata del Pd – Dopo questa importante ordinanza, il Governo deve superare questa pratica perché siano riaffermati i diritti, in particolare quello all'asilo sancito dall'art.10 della nostra Carta Costituzionale. Le immagini drammatiche di queste settimane di donne, bambini e uomini migranti respinti dall'Italia alla Slovenia, dalla Slovenia alla Croazia e dalla Croazia alla Bosnia, dove vivono in condizioni lesive della salute e della dignità, dopo aver subito violenze, impongono una reazione. Va posta fine a tale procedura all'interno dei paesi dell'Ue".