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Migranti, il governo Meloni attacca l’Onu: “Sul decreto Ong parole gravi, nessuno può darci lezioni”

Ieri, l’Alto commissario alle Nazioni unite per i diritti umani, Volter Türk, ha detto che il decreto Ong del governo Meloni sul soccorso ai migranti potrebbe causare più morti in mare. Oggi ha risposto il sottosegretario Nicola Molteni: “Critiche ideologiche e infondate”, ha detto.
A cura di Luca Pons
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Le critiche che le Nazioni unite hanno rivolto al decreto Ong del governo Meloni sono "infondate, intrise di visioni ideologiche, gravi". Ha commentato così Nicola Molteni, sottosegretario al ministero dell'Interno, intervistato da Radio24. Per Molteni, le parole dell'Alto commissario dell'Onu per i diritti umani, Volter Türk, sono "prive di fondamento e inopportune", perché "pensare che un governo possa fare un decreto per incentivare le morti in mare è inaccettabile".

Cosa ha detto l'Onu sul decreto Ong del governo Meloni

Il decreto Ong è stato approvato dalla Camera pochi giorni fa, nonostante le critiche delle opposizioni, e dovrebbe diventare legge entro il 3 marzo. Ieri, Türk ha commentato il decreto Ong italiano con una nota, esprimendo "serie preoccupazioni per una proposta di legge in Italia che potrebbe ostacolare la fornitura di assistenza salvavita da parte delle organizzazioni umanitarie di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale, con conseguenti più morti in mare".

In particolare, l'Alto commissario ha detto che "osserviamo tutti con orrore la difficile situazione di coloro che attraversano il Mediterraneo e il desiderio di porre fine a quella sofferenza è profondo", ma che un decreto come quello del governo Meloni "è semplicemente il modo sbagliato per affrontare questa crisi umanitaria. La legge punirebbe efficacemente sia i migranti che coloro che cercano di aiutarli. Questa penalizzazione delle azioni umanitarie probabilmente scoraggerebbe le organizzazioni umanitarie e per i diritti umani dal compiere il loro lavoro cruciale".

Il rappresentante delle Nazioni unite ha contestato diversi punti del decreto, a partire dal fatto che spinge le navi di Ong a dirigersi immediatamente al porto sicuro, "rinunciando a ulteriori soccorsi anche se sono nelle immediate vicinanze di persone in difficoltà", quando poi il governo "ha recentemente designato porti di sbarco distanti, a volte giorni di navigazione lontani dal sito di salvataggio originale".

Non solo, ma la legge "rischia anche di aumentare le intercettazioni e i rimpatri in Libia", un Paese che – come è stato chiarito più volte – "non può essere considerato un porto sicuro di sbarco". Insomma, l'invito dell'Onu è stato quello di "ritirare la proposta di legge e consultare i gruppi della società civile, in particolare le Ong di ricerca e soccorso", per scriverne un'altra più conforme al rispetto dei diritti umani.

"L'Italia non può prendere lezioni sull'immigrazione da nessuno", ha risposto oggi Nicola Molteni. "L'Italia è l'unico Paese del Mediterraneo che fa attività di salvataggio in mare. Non lo fanno Malta, Grecia, Spagna, lo fa solo l'Italia", ha concluso il sottosegretario leghista.

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