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Migranti, il Consiglio Ue chiede di garantire “rimpatri e accordi di riammissione”

Rimpatri e accordi di riammissione sono punti fondamentali nel vertice, che sottolinea la “necessità di garantire rimpatri effettivi e la piena attuazione degli accordi e delle intese di riammissione, avvalendosi della leva necessaria”. Ecco di cosa si è parlato al Consiglio europeo di oggi in tema di migrazione.
A cura di Annalisa Girardi
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Secondo giorno di Consiglio europeo. Mentre ieri si è parlato principalmente della lotta alla pandemia di coronavirus, oggi i leader Ue affrontano il tema dei flussi migratori, una delle questioni più complesse da discutere in 27. Rimpatri e accordi di riammissione sono punti fondamentali nel vertice, che sottolinea la "necessità di garantire rimpatri effettivi e la piena attuazione degli accordi e delle intese di riammissione, avvalendosi della leva necessaria". Come, ad esempio, potrebbe essere una stretta sui visti ai Paesi che non collaborano per le riammissioni.

Il Consiglio europeo invita la Commissione a presentare urgentemente proposte e a mobilitare finanziamenti per azioni su tutte le rotte migratorie in linea con le accresciute ambizioni dell'Ue e a riferire regolarmente al Consiglio al riguardo. In linea con la sua dichiarazione del marzo 2021 e le sue conclusioni del giugno 2021, il Consiglio europeo ribadisce la sua aspettativa che il finanziamento per i rifugiati siriani e le comunità di accoglienza in Turchia, Giordania, Libano e in altre parti della regione nell'ambito degli strumenti pertinenti sarà mobilitato in un modo tempestivo.

Sempre riguardo ai Paesi terzi, però, si legge anche nel dossier sul tavolo dei leader Ue: "Il Consiglio europeo non accetterà alcun tentativo da parte di paesi terzi di strumentalizzare i migranti a fini politici. Condanna i recenti attacchi ibridi alle frontiere dell'Ue e risponderà di conseguenza".

Centrale nel dossier è il finanziamento, anche a Paesi terzi, per "azioni su tutte le rotte" che garantiscano "un controllo efficace delle frontiere esterne". Il Consiglio, nel documento discusso, afferma poi di attendersi che poi questi piani d'azione "siano sostenuti da scadenze concrete e da un sostegno finanziario adeguato e ribadisce la richiesta alla Commissione di riferire al Consiglio sulle sue intenzioni".

A seguito delle conclusioni del Consiglio europeo del 24 e 25 giugno 2021, e al fine di prevenire la perdita di vite umane e ridurre la pressione sulle frontiere europee in conformità del diritto dell'Ue e internazionale, sono stati presentati otto piani d'azione per i paesi di origine e di transito. La Commissione e l'alto rappresentante, insieme agli Stati membri, se del caso, dovrebbero ora rendere operativi tali piani e attuarli senza indugio, in cooperazione con i paesi partner. Il Consiglio europeo si attende che i piani d'azione siano sostenuti da scadenze concrete e da un sostegno finanziario adeguato.

Questa mattina il presidente lituano Gitanas Nauseda aveva detto che fosse necessario "parlare anche di barriere fisiche ai confini, che sono estremamente utili per affrontare la crisi" al confine Ue con la Bielorussia. "Ci saranno 3-5mila migranti al confine contemporaneamente o che tentano di attraversare la frontiera in diversi punti. E così non siamo pronti ad affrontarlo. Per questo dobbiamo essere decisi. Vediamo sforzi per facilitare i visti e il regime bielorusso che cerca più collegamenti da Paesi del Medio Oriente, quindi il numero dei migranti che potrebbe dirigersi verso i confini Ue aumenta. Servono azioni chiare, non possiamo semplicemente sempre parlare di questo problema. Va emendato il codice delle frontiere di Schengen per affrontare questa sfida organizzata dal regime bielorusso", aveva aggiunto.

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