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Migranti, Guardia costiera italiana: “Continueremo a salvare vite, è un esodo biblico”

In un’intervista l’ammiraglio Giovanni Pettorino ha parlato dell’emergenza migranti: “Quello che sta accadendo adesso è un esodo epocale, biblico, con un intero popolo che si sposta o tenta di spostarsi via mare in un tratto breve ma pericoloso, con mezzi inadeguati e dunque occorre rivedere la Convenzione di Amburgo”.
A cura di Annalisa Cangemi
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"Noi operiamo sulla base della Convenzione di Amburgo per la ricerca ed il soccorso in mare, che è del 1979 ed è nata per episodi che accadono una volta ogni tanto, non all'ordine del giorno. Quello che sta accadendo adesso è invece un esodo epocale, biblico, con un intero popolo che si sposta o tenta di spostarsi via mare in un tratto breve ma pericoloso, con mezzi inadeguati e dunque occorre rivedere la Convenzione". A dirlo è l'ammiraglio Giovanni Pettorino, in un'intervista all'Ansa.

"Abbiamo risposto sempre, sempre rispondiamo e sempre risponderemo a ciascuna chiamata di soccorso". Il comandante generale della Guardia Costiera non ha dubbi su come interpretare il diktat del ministro degli Interni Matteo Salvini sulla chiusura dei porti italiani alle Ong che salvano migranti nel Mediterraneo: "Lo facciamo – ha aggiunto – perché è un obbligo giuridico ma anche un obbligo che sentiamo moralmente: tutti gli uomini di mare, da sempre e anche in assenza di convenzioni, hanno portato soccorso e aiuto a chi si trova in difficoltà in mare. Noi non abbiamo mai lasciato solo nessuno in mare".

La legge gli dà ragione, ha ribadito: "Noi continuiamo ad operare secondo quelle che sono le convenzioni internazionali del mare, vale a dire la convenzione di Amburgo, in particolare, e la convenzione di Montego Bay. Convenzioni che l'Italia ha ratificato con legge e la cui applicazione, quindi, è obbligatoria. Per noi e per tutti i paesi che le hanno firmate".

Ma cosa prevedono queste convenzioni? Secondo Pettorino "il centro di soccorso che per primo riceve una chiamata deve intervenire. E questo fino a quando non subentra il centro di soccorso più vicino o il centro di soccorso competente". Tradotto: chi riceve la chiamata, "deve operarsi subito affinché quella persona o quella nave in pericolo possano ricevere un soccorso utile". E questo, ha spiegato il comandante della Guardia Costiera, "noi lo abbiamo fatto sempre e continuiamo a farlo anche oggi". Rispetto al passato c'è però una differenza, il quadro è più complesso: "Fino a qualche mese fa a Nord dell'Africa non interveniva mai nessuno. Noi eravamo il primo centro di soccorso ad essere chiamato e quindi iniziavamo subito l'intervento, avviando l'attività di search and rescue (Sar) e informando tutti i Paesi vicini. Ma nessuno rispondeva. Negli ultimi tempi questo scenario è cambiato perché la Guardia Costiera libica ha iniziato ad effettuare dei soccorsi".

"In questi anni sono morte migliaia di persone, partite con mezzi fatiscenti, non registrati, sovraffollati, senza dotazioni adeguate. Una situazione che, a quei tempi, gli estensori della Convenzione di Amburgo non pensavano potesse accadere". Dunque, ha proseguito, "le regole attuali vanno adeguate, funzionano benissimo per emergenze episodiche, ma non possono essere trasferite ad una situazione di esodo biblico che dura da anni. Le norme che devono governare questo fenomeno sarebbe necessario che a tutela di tutti venissero stralciate dalla Convenzione e facessero parte di un pacchetto a se stante". 

Il ministro Toninelli ha difeso l'operato della Guardia Costiera

In un video su Facebook il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli ha risposto alle parole del suo predecessore Graziano Delrio, che in un'intervista su "La Stampa" a proposito della Guardia costiera ha detto: "non riesco a credere che la Guardia costiera si disinteresserà del Mediterraneo, sarebbe molto triste".

"Nessuna disumanità – ha scritto Toninelli – nessuno si può permettere di attaccare la Guardia costiera italiana cui va il mio plauso e quello di tutti gli italiani" perché "se guardate le statistiche la nostra guardia costiera ha salvato 1 milione di vite umane, ha pattugliato territori marittime che non erano di sola pertinenza nostra ma di tutti gli altri paesi che si affacciano sul mediterraneo".

"Innanzitutto – ha sottolineato – è cambiato il quadro giuridico, la Libia oggi è giuridicamente riconosciuta a livello internazionale" e "si parte da un progetto europeo per creare e rafforzare la guardia costiera libica. Di conseguenza la Libia è responsabile della sua area marittima ed è normale e doveroso, per rispetto delle convenzioni internazionali e del diritto del mare, se dovesse arrivare una chiamata alla guardia costiera italiana che si indichi di chiamare quella libica che è responsabile su quel mare".

L'ex ministro Delrio (Pd), ha risposto con un tweet, rimandando le accuse al mittente: "Gli uomini e le donne della Guardia costiera godono di prestigio internazionale per avere salvato centinaia di migliaia di vite, per il coraggio e il senso del dovere. Io non li ho mai attaccati. Toninelli tenga fuori guardiacostiera da polemica politica".

"Se esiste oggi una zona di ricerca e soccorso libica è perché abbiamo lavorato e addestrato la loro Guardia costiera: noi non lui". ha aggiunto poi Delrio in un post su Facebook.

La scorsa domenica l'Mrcc di Roma ha diramato una nota a tutte le navi nel Mediterraneo, chiedendo loro, come previsto dalle convenzioni internazionali, di rivolgersi alla Guardia costiera libica poiché le imbarcazioni in difficoltà si troverebbero appunto in zona Sar libica. Secondo quanto ha raccontato l'ong spagnola Proativa Open Arma, che aveva risposto alle 7 chiamate Roma rivolte a tutte le navi in transito per il salvataggio in acque internazionali di 1.000 persone alla deriva, la Guardia costiera italiana avrebbe risposto: "Non abbiamo bisogno del vostro aiuto".

Per questo è stato lanciato un appello da diverse associazioni, affinché la Guardia costiera continui a collaborare con le organizzazioni umanitarie e non deleghi le operazioni di ricerca e soccorso esclusivamente ai libici.

Il M5S smentisce la Guardia costiera italiana

"In questo periodo non vedo un esodo biblico di migranti, il flusso è rallentato negli ultimi tempi", ha detto il senatore M5S ed ex capitano di fregata Gregorio De Falco, conosciuto per aver rimproverato in modo veemente il comandante Francesco Schettino, intimandogli di tornare a bordo dopo il naufragio della Costa Concordia nel 2012.  Sulla Marina libica, ha dichiarato: "va verificata la sua capacità di un effettivo coordinamento dei soccorsi".

"Abbiamo criticato Minniti perché esternalizzava il problema – dice – ora bisogna verificare la condizione dei diritti umani. Anche questo era lo scopo del blitz del ministro degli Interni Salvini in Libia". 

In merito all'intervista dell'ammiraglio Pettorino ha detto: "Gli chiederò un incontro nei prossimi giorni", le convenzioni internazionali del mare "nascono in effetti per circostanze occasionali, l'impianto operativo non è detto che sia di per sé superato, ma gli strumenti operativi forse sì".

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