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Migranti, governo approva decreto legge su espulsioni e Paesi sicuri per blindare il piano Albania

Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge in materia di immigrazione che prevede, tra l’altro, la lista dei Paesi considerati sicuri.
A cura di Davide Falcioni
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Il Consiglio dei Ministri ha approvato un nuovo decreto legge in materia di immigrazione. Lo si apprende da fonti di Palazzo Chigi, secondo le quali il provvedimento punta a superare l'impasse creata dalla decisione del Tribunale di Roma di non convalidare, la scorsa settimana, il trattenimento di un gruppo di 12 migranti nel centro di Gjader in Albania, in quanto provenienti da Paesi non sicuri.

Il dl dovrebbe rendere norma primaria l'indicazione dei Paesi sicuri per il rimpatrio, e non più secondaria, come è invece il decreto del ministro degli Esteri, di concerto con quelli di Interno e Giustizia, con cui finora è stato annualmente aggiornato l'elenco. La misura "trasla" l'elenco dei 22 Paesi considerati sicuri dal decreto interministeriale a un decreto ad hoc, con l'obiettivo di renderlo norma primaria.

Camerun, Colombia e Nigeria rimossi dalla lista dei Paesi sicuri

In particolare l'elenco dei Paesi sicuri, "recependo le indicazioni della recente sentenza della Corte di giustizia Ue", è stato rivisto e verrà aggiornato periodicamente, sempre mediante atto avente forza di legge, a quanto si apprende. Dalla lista sono stati rimossi i Paesi rispetto ai quali erano previste "eccezioni di carattere territoriale" (Camerun, Colombia e Nigeria). Il nuovo elenco è ora contenuto in un provvedimento con forza e valore di legge, si spiega, "per evitare possibili disapplicazioni fondate su interpretazioni della ‘Direttiva accoglienza".

Il nostro provvedimento "nasce da una sentenza della Corte di giustizia europea molto complessa e articolata e anche scritta in francese, probabilmente non è stata ben compresa o ben letta" dai giudici, ha dichiarato il ministro della Giustizia Carlo Nordio aggiungendo che "i soggetti", ovvero i migranti che arrivano in Italia, "sono di cittadinanza incerta e la loro provenienza è dichiarata da loro stessi, non hanno documenti e non c'è nessuna prova che arrivino da determinati Paesi, il che significa devolvere all'arbitrio di queste persone la definizione dei parametri di sicurezza o meno dai quali dicono di arrivare".

Il Ministro dell'Interno Matteo Piantedosi ha precisato che la lista dei Paesi sicuri "diventa norma primaria e consente ai giudici di avere un parametro rispetto ad un'ondivaga interpretazione. Abbiamo avuto diverse centinaia di casi precedenti di decisioni che non condividiamo e abbiamo legittimamente impugnato. Adesso è norma di legge e offriamo una valutazione fatta per legge".

"L'elenco dei Paesi sicuri è meditato, non apodittico. Nell'elenco sono estromessi, in ossequio alla sentenza della Corta di giustizia europea, Paesi che contengono aree territoriali non sicure: Nigeria, Camerun e Colombia", ha aggiunto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano.

Perché sono stati rimandati in Italia i 12 migranti condotti in Albania

Il decreto arriva dopo che il tribunale di Roma la scorsa settimana ha bloccato l'operazione Albania, non convalidando il trattenimento dei 12 migranti che erano stati trasportati nel centro di Gjader sulla base dell'accordo siglato tra il governo italiano e quello di Rama. Secondo i giudici, in particolare, "il diniego della convalida dei trattenimenti nelle strutture ed aree albanesi, equiparate alle zone di frontiera o di transito italiane, è dovuto all'impossibilità di riconoscere come ‘Paesi sicuri’ gli Stati di provenienza delle persone trattenute, con la conseguenza dell'inapplicabilità della procedura di frontiera e, come previsto dal Protocollo, del trasferimento al di fuori del territorio albanese delle persone migranti, che hanno quindi diritto ad essere condotte in Italia".

I giudici: "Bangladesh ed Egitto non sono Paesi sicuri"

I due Paesi da cui provengono i migranti, Bangladesh ed Egitto, "non sono sicuri, anche alla luce della sentenza della Corte di giustizia", sostiene, nella sua ordinanza, in sintesi, uno dei giudici della sezione immigrazione del tribunale di Roma – riferendosi ai migranti portati nel centro di Gjader. Per i giudici, lo stato di libertà potrà essere riacquisito solo in Italia e per questo dovranno essere riaccompagnati nel nostro Paese.

Secondo quanto previsto dalla sentenza della Corte di Giustizia europea richiamata dall'ordinanza (risalente allo scorso 4 ottobre), affinché un Paese possa essere considerato sicuro, in ogni sua parte e per ogni persona, non deve mettere in atto persecuzioni, discriminazioni o torture verso alcuno, in nessuna zona o suo territorio. L’Egitto, il Bangladesh e la Tunisia, applicando i criteri della sentenza, non sono considerati sicuri. Da ciò deriva l’inapplicabilità della procedura di frontiera.

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