Migranti, gli effetti delle politiche di Matteo Salvini: in tre mesi oltre 12.000 irregolari in più
Dopo tre mesi di governo Lega-Movimento 5 Stelle e tre mesi di politiche migratorie targate Matteo Salvini, il numero dei "clandestini" è cresciuto di 12.450 unità. A rilevarlo è un recente rapporto di Ispi – l'Istituto per gli studi di politica internazionale – basato direttamente sui dati diffusi dal Viminale. Il rapporto, riportato in esclusiva dal quotidiano La Repubblica, evidenzia come “tre mesi dopo la stretta di Salvini sull'immigrazione comincia a farsi sentire e l'effetto pratico rischia di trasformarsi in un micidiale boomerang” e che, di pari passo, il numero dei rimpatri effettivi non è aumentato rispetto al passato (si attesta a 1350 al momento).
"Di più: a ingrossare le fila dei nuovi irregolari sta per arrivare un consistente numero di persone a cui non verrà rinnovata la protezione umanitaria secondo le nuove indicazione fornite da una circolare del ministro dell'Interno”, scrive Repubblica. "Se, incrociando questi tre elementi (rimpatri effettivi, dinieghi di protezione e revoca di protezione umanitaria), il trend dovesse essere confermato, la stima dell'Ispi è che in due anni il numero dei migranti irregolari passerebbe dai 490 mila del 2017 a 550 mila nel 2019”, sottolinea il quotidiano.
"La stretta anti-immigrati di Salvini avrebbe come effetto paradossale di creare 60 mila nuovi irregolari in due anni, per intenderci migranti che (non essendo fisicamente riportati indietro e non avendo alcun diritto a forme di accoglienza) andrebbero ad aggiungersi a quanti sono costretti a vivere ai margini delle città, in condizioni sociosanitarie non dignitose e che, come confermano gli ultimi dati disponibili, finiscono con il commettere reati 20 volte di più dei migranti regolari. Insomma, tutto quello che spaventa quel pezzo d'Italia (ben il 73% secondo l'istituto Cattaneo) che ha una percezione distorta del fenomeno immigrazione, ritenendo che nel nostro Paese ve ne siano quattro volte di più", prosegue il rapporto citato da Repubblica.