Migranti, gli effetti del decreto Minniti: boom dei ricorsi in Cassazione per richieste d’asilo
Un aumento esponenziale: il 512,4% in più rispetto all’anno precedente. Sono i ricorsi civili presentati in Cassazione in materia di protezione internazionale. Il dato è stato sottolineato dal presidente della Cassazione, Giovanni Mammone, durante la cerimonia di apertura dell’anno giudiziario. Mammone ha sottolineato come siano “aumentati in maniera inattesa” i ricorsi civili in Cassazione: +21,7%, soprattutto a causa dell’incremento delle “sopravvenienze in materia tributaria” (+9,8%) e in materia di protezione internazionale. Sono questi gli effetti del decreto Minniti del 2017, con il quale viene previsto che i provvedimenti delle sezioni specializzate dei tribunali in materia di immigrazione siano impugnabili solo per Cassazione. Il dato è in controtendenza rispetto a quanto avvenuto negli anni precedenti, quando il numero di ricorsi civili si era stabilizzato, con una riduzione dell’arretrato. Sulla questione si dice preoccupato David Ermini, vicepresidente del Csm: "Il crescente carico di procedimenti in materia di protezione internazionale e immigrazione", secondo Ermini, può diventare "una delle emergenze".
Mammone spiega: “L'imponenza del fenomeno ha statisticamente annullato il pur consistente incremento dei procedimenti definiti nel 2018, dando luogo ad un aumento del 4,1% dei procedimenti pendenti, che alla fine dell'anno ammontavano a 111.353 (per il 49% in materia tributaria). La Sezione Tributaria nell'anno 2018 ha definito quasi 10.000 ricorsi, risultato mai raggiunto in precedenza (con un aumento del 9,8% rispetto al 2017). Il suo arretrato è tuttavia aumentato a causa del numero inaspettato dei nuovi ricorsi iscritti nel 2018, che si presenta in controtendenza con quanto rilevato dinanzi agli uffici di merito, ove il carico dei ricorsi sopravvenuti è in consistente diminuzione”. Mammone precisa anche il motivo per cui questi ricorsi sono aumentati: “Per quanto riguardo il contenzioso sull'immigrazione, nell'anno 2018 si sono riversati sulla Suprema Corte gli effetti del decreto dello scorso anno, che ha previsto che le neo-istituite sezioni specializzate dei tribunali in materia di immigrazione, protezione internazionale e libera circolazione dei cittadini dell'Unione europea decidono con provvedimento non reclamabile e ricorribile solo per Cassazione”.
Mammone sottolinea anche un altro aspetto, con un richiamo in apertura della sua relazione: “Evitare ogni regressione in materia di diritti umani”, è la sua raccomandazione: “È compito degli Stati moderni apprestare strumenti idonei per dare risposta alla richiesta di tutela che gli individui, cittadini e non, richiedono per i loro diritti. Funzione della Corte e dei giudici, nel rispetto dei propri ambiti istituzionali, non è tuttavia solo quella di affermare i diritti ma anche quella di sollecitare ciascuno, nella scrupolosa attuazione della legge, ad adempiere ai doveri, richiamando i soggetti pubblici e privati, individuali e collettivi, all'assolvimento dei compiti che ad essi fanno capo nell'ordinamento dello Stato e nel contesto sociale”.
Salvini: ‘Su diritti umani stiamo progredendo’
La replica alle parole di Mammone arriva dal vicepresidente del Consiglio e ministro dell’Interno, Matteo Salvini: “Non regredire sui diritti umani? No, noi stiamo progredendo: i veri profughi con il decreto sicurezza avranno più diritti. Spesso erano mischiati ai finti profughi e non avevano le garanzie necessarie. Questo decreto fa chiarezza: i veri profughi saranno trattati ancora meglio di prima, quelli finti possono fare ricorsi e contro ricorsi, ma tornano a casa”.