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Migranti, Geo Barents ha effettuato un terzo soccorso: “Rispettiamo il diritto del mare”

La nave umanitaria di Medici senza frontiere, diretta a La Spezia per sbarcare dopo un primo salvataggio in mare, ha prestato soccorso a altre due imbarcazioni di migranti.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Aggiornamento: Terzo salvataggio per la nave Geo Barents, che si è diretta verso un'imbarcazione in difficoltà indicata da Alarm Phone. "Abbiamo continuato a navigare verso la prima segnalazione che avevamo ricevuto, in conformità con il diritto internazionale", hanno fatto sapere da Medici Senza Frontiere. Ora ci sono 237 persone a bordo. I microfoni di Fanpage.it hanno intercettato il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, che però non ha voluto rispondere sulla questione. "Quando la Geo Barents sarà arrivata al porto assegnato, quello di La Spezia, si valuterà se  ha rispettato o meno le prescrizioni del decreto legge che impongono di raggiungere "senza ritardo" il porto indicato", fanno sapere invece fonti del Viminale. 

Dopo aver soccorso 61 persone da un gommone in difficoltà, la Geo Barents sta facendo rotta verso la posizione indicata da Alarm Phone in cui si trova un'altra imbarcazione. "La Geo Barents- fanno sapere da Medici senza Frontiere – ha continuato a navigare verso la prima segnalazione che aveva ricevuto, in conformità con il diritto internazionale marittimo". In questo momento a bordo della nave della Ong ci sono 130 persone tra cui un bimbo con meno di un anno. Dopo il primo salvataggio di ieri, alla Geo Barents è stato assegnato il porto di sbarco di La Spezia.

La nave Geo Barents, sulla rotta per La Spezia, ha effettuato un secondo salvataggio in mare. Il nuovo codice di condotta approvato dal governo Meloni con il decreto Immigrazione dello scorso 3 gennaio, però, lo proibisce. Almeno teoricamente, secondo quanto riferito in fase di illustrazione del decreto e delle nuove regole che le organizzazioni umanitarie devono seguire per continuare a soccorrere i migranti nel Mediterraneo. Nei giorni scorsi, però, il ministro Piantedosi aveva chiarito che, qualora una nave delle Ong avesse incontrato sul suo tragitto un'altra imbarcazione in difficoltà avrebbe potuto soccorrerla. L'obiettivo del governo Meloni, in sostanza, era evitare che le navi umanitarie restassero "per oltre due settimane" a prestare soccorso.

Nello specifico, si tratta di questo passaggio del decreto:

d) il porto di sbarco assegnato dalle competenti autorita' e' raggiunto senza ritardo per il completamento dell'intervento di soccorso

Geo Barents, fanno sapere da Medici senza frontiere, ha ricevuto un'allerta da Alarm Phone mentre si dirigeva verso Nord: "Siamo andati verso il punto segnalato, ma durante la navigazione abbiamo incontrato un'altra imbarcazione in difficoltà in acque internazionali in zona Sar Libia". E spiegano: "Abbiamo così effettuato il salvataggio di 61 persone, tra cui 13 donne e 24 minori. Un bambino ha meno di 1 anno".

"Le autorità italiane sono state avvertite, ma non abbiamo ricevuto al momento nessuna risposta – fanno sapere ancora dalla nave umanitaria – Adesso a bordo abbiamo 130 sopravvissuti, di cui 69 persone soccorse ieri, 61 oggi". Il passaggio sull'autorizzazione è fondamentale perché, secondo la lettura del governo, eventuali altri salvataggi sono effettuabili solamente previo via libera delle autorità competenti. Ora si attende la risposta del governo italiano, che dovrà decidere – per la prima volta – se e in che misura attuare il nuovo decreto.

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