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Migranti, Gentiloni presenta le nuove misure: “Asilo più veloce, rimpatri più facili”

Il decreto prevede la soppressione di una grado di giudizio nell’iter del ricorso per la richiesta d’asilo “per ridurre i tempi di concessione della protezione”, ha spiegato Minniti. Sul piatto anche la già annunciata creazione – in sostituzione dei Cie – dei Centri permanenti per il rimpatrio, con complessivamente 1.600 posti. Inoltre, la possibilità dei Comuni di procedere per l’utilizzazione volontaria e gratuita per lavori di pubblica utilità”.
A cura di Claudia Torrisi
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gentiloni minniti

Oggi il governo rende "più rapidi i processi di concessione del diritto d'asilo ai rifugiati, più trasparenti i meccanismi di accoglienza facilitando con diverse misure i meccanismi necessari per i rimpatri". Così il presidente del COnsiglio Paolo Gentiloni ha presentato il pacchetto di misure sull'immigrazione approvate dal Consiglio dei ministri. "L'obiettivo strategico – ha proseguito – non è chiudere le nostre porte ma trasformare sempre più i flussi migratori da fenomeno irregolare a fenomeno regolare, in cui non si mette a rischio la vita ma si arriva in modo sicuro e in misura controllata nei nostri Paesi".

Sull'immigrazione, ha proseguito Gentiloni, "ci teniamo molto stretti i nostri valori umanitari e dell'accoglienza e rivendichiamo il lavoro fatto in questi anni perché credo che l'Italia abbia fatto un buon curriculum nonostante le difficoltà ed i numeri da fronteggiare. Abbiamo negli ultimi anni in un certo senso indicato la strada all'Ue, ora bisogna rendere effettivo il principio di condivisione dell'onere dell'accoglienza".

Nel dl immigrazione licenziato oggi ci sono decisioni che "attrezzano il Paese a nuove sfide, innanzitutto lavorando per rendere più rapidi i processi di riconoscimento del diritto all'asilo, rendendo più trasparenti meccanismi e sistemi dell'accoglienza, facilitando i meccanismi e i sistemi necessari per i rimpatri dei migranti che non hanno diritto all'asilo", ha aggiunto il presidente del Consiglio.

Il ministro dell'Interno Marco Minniti ha spiegato che i decreti sono due: "Uno per quel che riguarda il tema dell'immigrazione e uno sulla sicurezza urbana, questioni che hanno una grandissima rilevanza sulla vita pubblica del nostro Paese".

Il decreto prevede la soppressione di una grado di giudizio nell'iter del ricorso per la richiesta d'asilo "per ridurre i tempi di concessione della protezione", ha spiegato Minniti, secondo cui si va verso "un nuovo modello di accoglienza: l'Italia ha fatto grande sforzo, siamo orgogliosi, ora il Paese va più orientato verso un'accoglienza diffusa, perciò abbiamo fatto un patto con l'Anci e si lavora per avere in tempi ragionevoli una progressiva diminuzione dei grandi centri d'accoglienza". Sul piatto anche la già annunciata creazione – in sostituzione dei Cie – dei Centri permanenti per il rimpatrio, con complessivamente 1.600 posti. Inoltre, la possibilità dei Comuni di procedere per l’utilizzazione volontaria e gratuita per lavori di pubblica utilità" per "colmare il vuoto dell’attesa" e "250 specialisti per velocizzare al massimo i tempi di decisione" sulla richiesta di asilo.

Il comunicato di Palazzo Chigi spiega che con il decreto sono "istituite, presso i tribunali di Bari, Bologna, Brescia, Cagliari, Catania, Catanzaro, Firenze, Lecce, Milano, Palermo, Roma, Napoli, Torino e Venezia, 14 sezioni specializzate in materia di immigrazione, protezione internazionale e libera circolazione dei cittadini dell'Unione europea. Tali sezioni avranno competenza relativamente a: mancato riconoscimento del diritto di soggiorno sul territorio nazionale in favore di cittadini Ue; impugnazione del provvedimento di allontanamento nei confronti di cittadini Ue per motivi di pubblica sicurezza; riconoscimento della protezione internazionale; mancato rilascio, rinnovo o revoca del permesso di soggiorno per motivi umanitari; diniego del nulla osta al ricongiungimento familiare e del permesso di soggiorno per motivi familiari; accertamento dello stato di apolidia. In tali controversie il tribunale giudica in composizione monocratica".

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