Migranti, garanzia finanziaria in alternativa al trattenimento: il Pg della Cassazione si rivolge all’Ue
Tra le norme approvate a fine 2023 nel cosiddetto decreto Migranti, ce n'era anche una che prevedeva una garanzia finanziaria di circa 5mila euro che il richiedente asilo avrebbe dovuto versare per non essere trattenuti in un centro di frontiera. La procura generale della Cassazione, davanti alle Sezioni Unite chiamate a decidere sui ricorsi del del Viminale contro il tribunale di Catania, che appunto non aveva convalidato il trattenimento di alcuni tunisini, ha chiesto di rinviare gli atti alla Corte di giustizia dell'Unione europea, per quanto riguarda la cauzione richiesta ai migranti per non essere trattenuti nelle strutture di frontiera, in attesa dell'esito dell'iter della domanda di protezione.
Il quesito che secondo il pg andrebbe posto riguarda l'articolo 8 della direttiva e chiede se questo, "letto alla luce dei principi di eccezionalità e residualità del trattenimento e di effettività delle misure alternative allo stesso, debba essere interpretato nel senso che, nel caso in cui sia prevista come misura alternativa la costituzione di una garanzia finanziaria, quest'ultima debba rispondere ai caratteri di proporzionalità ed efficacia e se gli stessi rientrino nell'apprezzamento discrezionale del legislatore nazionale o se, invece, debbano rispettare parametri desumibili dal diritto eurounitario, con riguardo al profilo quantitativo (anche in ordine alla possibilità di rapportarlo alla somma necessaria a far fronte alle necessità del richiedente asilo per tuta la durata del trattenimento), al soggetto che può prestarla (se cioè debba essere ammessa la costituzione da parte di un terzo), alla modalità della costituzione".
I fatti risalgono ai mesi di settembre e ottobre 2023, quando appunto il tribunale di Catania aveva deciso di non convalidare il trattenimento di alcuni richiedenti asilo nel centro di Pozzallo, disposto dal questore di Ragusa in applicazione del decreto Cutro. Secondo la procura generale della Cassazione il questore ha svolto "legittimamente e in modo conforme alla legge" la procedura accelerata – che si attiva con cittadini provenienti da Paesi considerati sicuri – ma ha comunque chiesto l'intervento della Corte europea per quanto riguarda la garanzia finanziaria.