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Migranti, finora quest’anno sono morte 1.815 persone nel Mediterraneo centrale: è record dal 2017

Dal 2014, le persone migranti morte o disperse nel Mediterraneo sono state 27.722. Quest’anno il conto delle vittime è il più alto dal 2017, secondo l’Oim.
A cura di Luca Pons
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Il Mediterraneo centrale, il tratto di mare più attraversato dalle persone migranti che tentano di arrivare in Europa, si conferma il cimitero di migliaia di persone. Nei primi mesi di quest'anno le vittime sono state 1.815, secondo dati dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim). È la cifra più alta registrata dal 2017, nello stesso periodo. In totale, dal 2014, le vittime del Mediterraneo sono state 27.722.

Negli ultimi mesi l'Italia è stata il luogo di approdo di decine di migliaia di persone migranti: dall'inizio del mandato del governo Meloni, a fine ottobre, si è superata la quota di 100mila arrivi. I salvataggi delle navi Ong proseguono, nonostante le norme del governo italiano che tentano di ostacolarli. La maggior parte dei soccorsi, comunque, viene effettuata dalla Guardia costiera e dalla Guardia di finanza, mentre alcune imbarcazioni riescono a raggiungere da sole le coste italiane.

Quest'anno, la strage più significativa di migranti avvenuta vicino all'Italia è stata quella di Cutro, per la quale l'Oim calcola 98 tra morti e dispersi. Ancora più grave dal punto di vista numerico è stata la strage di Pylos, al largo delle coste greche. Qui, anche se è difficile accertare i numeri ufficiali, l'Oim parla di 596 vittime.

Come detto, il dato dell'Organizzazione per le migrazioni raccoglie sia le persone morte che i dispersi. Quando si parla di lunghe traversate in mare, spesso i due si equivalgono. Le persone disperse in alcuni (pochi) casi vengono recuperate da altre imbarcazioni di migranti in tempo, ma nella maggior parte dei casi si tratta di morti i cui corpi non vengono mai ritrovati. Non a caso, l'Organizzazione specifica che la cifra è ottenuta con "stime minime". Non si può tenere conto, ad esempio, di tutti i naufragi che non vengono mai rilevati dalle autorità e quindi avvengono senza che nessuno se ne accorga.

Il dato del 2023 è il più alto degli ultimi sei anni. Da inizio gennaio a inizio agosto, le vittime erano state 923 l'anno scorso (quasi la metà). Erano state 1.032 nel 2021, e ‘solo' 331 nel 2020, anno di inizio della pandemia da Covid-19.

Si erano registrate 659 vittime nei primi otto mesi del 2019, 1.111 vittime nel 2018 e, infine, 2.248 nel 2017. Quelli erano l'anni dell'apice delle partenze, principalmente dai Paesi del Nord Africa. Il picco si era avuto l'anno prima, nel 2016, quando le vittime fino ad agosto erano state 2.692. A fine anno, le persone morte nel Mediterraneo centrale erano state 4.574.

L'Oim ha iniziato a rilevare le partenze, gli arrivi, i morti e dispersi nel 2014. Da allora, hanno perso la vita 27.722 persone nel Mediterraneo. Una cifra che continuerà a salire nei prossimi mesi. E che secondo molti – come l'eurodeputata Cornelia Ernst e numerose organizzazioni non governative – è resa più alta dalle politiche che cercano di limitare l'operato in mare delle Ong e, quindi, riducono il numero di soccorsi effettuati.

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