Migranti, crisi Italia-Francia, Piantedosi: “Nessuna volontà di rompere con Paesi fratelli”
Il ministro dell'Interno Piantedosi torna sulle tensioni con la Francia, iniziate dopo il rifiuto da parte dell'Italia di accogliere la nave Ocean Viking, che trasportava 234 migranti. La nave venerdì ha attraccato al porto francese di Tolone, dove ha potuto far sbarcare tutti i sopravvissuti. Ma Parigi ha condannato l'atteggiamento dell'Italia, giudicato poco collaborativo.
Per il ministro dell'Interno però il governo non ha nessuna volontà di rompere con Paesi cui ci unisce una "fratellanza antica" e con cui è "necessario continuare un percorso comune". Il titolare del Viminale lo ha detto rivolgendosi ai sindaci in un incontro a Pietrastornina, comune dove vivevano i suoi genitori e di cui è cittadino onorario. Niente potrebbe condurre, "men che meno il sottoscritto, ma neanche i colleghi di governo – ha aggiunto – ad immaginare che qualsiasi azione che possiamo porre in essere possa essere portata fino al punto di rompere il rapporto con dei paesi a cui ci unisce una fratellanza antica e quindi la necessarietà di un percorso comune".
Gli "insulti" non preoccupano Piantedosi, secondo cui gli attacchi che riceve dimostrano al contrario che "siamo sulla strada giusta". E in ogni caso l'esecutivo è "granitico e convinto di andare dritto per la sua strada e di durare 5 anni per il servizio del Paese".
"Io continuerò a fare di questi luoghi – ha detto – il mio rifugio preferito. Un luogo sicuro, dove potermi predisporre al meglio per il servizio al Paese. Qualcuno ha fatto cenno al fatto che anche oggi da taluni arrivi qualche insulto gratuito, pensando che questo possa incidere sul mio stato d'animo o convincimento. Vi voglio e li voglio tranquillizzare: sappiate che sono assolutamente tranquillo. Credo che se siamo agli insulti personali, persino fondati su maldestre ricostruzioni fattuali del tutto marchiane ed errate, questo significa che qualcuno ha percepito che siamo sulla strada giusta"
A chi fa queste cose "dico – ha aggiunto il ministro – che io vivo il beneficio di avere l'orgoglio e l'onore di far parte di un governo che è totalmente in linea nella visione, granitico e convinto di andare dritto per la sua strada e di durare cinque anni per il servizio del Paese".
L'Italia intanto si è mossa, indirizzando alla Commissione europea una dichiarazione congiunta, firmata con Malta, Cipro e Grecia (ma non la Spagna), chiedendo di avviare urgentemente una discussione a livello europeo sui meccanismi di redistribuzione dei migranti.
"In attesa di un accordo su un meccanismo di condivisione degli oneri che sia efficace, equo e permanente – si legge in un passaggio – non possiamo sottoscrivere l'idea che i Paesi di primo ingresso siano gli unici punti di sbarco europei possibili per gli immigrati illegali, soprattutto quando ciò avviene in modo non coordinato sulla base di una scelta fatta da navi private, che agiscono in totale autonomia rispetto alle autorità statali competenti".
E ancora: "Ribadiamo la nostra posizione sul fatto che il modus operandi di queste navi private non è in linea con lo spirito della cornice giuridica internazionale sulle operazioni di search and rescue, che dovrebbe essere rispettata. Ogni Stato deve effettivamente esercitare la giurisdizione e il controllo sulle navi battenti la propria bandiera".
Domani la questione dei ricollocamenti e dei flussi migratori verrà affrontata al Consiglio Ue di domani, sulla scia degli ultimi episodi che hanno coinvolto le navi umanitarie: "Alla luce dei recenti eventi e su richiesta esplicita dell'Italia" ai lavori del Consiglio dei ministri degli Esteri dell'Unione europea domani a Bruxelles, a cui parteciperà il ministro Antonio Tajani, "verrà affrontato un punto relativo alla cooperazione in materia di flussi migratori, con particolare riferimento alla gestione dei soccorsi operati da navi private e all'attuazione di meccanismi effettivi di solidarietà europei", ha scritto la Farnesina in una nota.
Il Consiglio, presieduto dall'Alto Rappresentante per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza Josep Borrell, si occuperà innanzitutto dell'aggressione russa nei confronti dell'Ucraina. Seguiranno una discussione sugli ultimi sviluppi politici e di sicurezza nei Balcani occidentali e una sessione dedicata alla regione africana dei Grandi Laghi.
Sono previsti anche alcuni incontri bilaterali del ministro Tajani a margine della riunione del Consiglio, fra cui quelli con la Presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola e con la leader dell'opposizione bielorussa in esilio Sviatlana Tsikhanouskaya.