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Migranti, cosa è successo nel naufragio del 3 ottobre 2013

In occasione della “Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione”, alla marcia di Lampedusa per commemorare le 368 vittime del naufragio di 5 anni fa, non era presente nessun rappresentante del governo. Il sindaco Totò Martello: “Non si può continuare a ripetere che in Italia il problema degli sbarchi è finito e che tutto è stato risolto”.
A cura di Annalisa Cangemi
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La strage dei migranti del 3 ottobre 2013, che costò la vita a 368 persone, è difficile da cancellare dalla memoria. Erano le 4:30 del mattino: una nave con poco meno di 550 migranti a bordo, partita la sera prima dalla Libia si rovesciò a 800 metri dall’Isola dei Conigli, accanto a Lampedusa. La maggior parte delle persone annegate veniva dall'Eritrea: 360 erano in fuga dal quel Paese, gli altri 8 erano partite dall'Etiopia.

Nonostante la presenza di alcuni pescherecci, che si trovavano nei pressi del naufragio, quel giorno i superstiti furono solo 155, tra cui una quarantina di minori, e ci furono anche una ventina di dispersi, che non risultarono nemmeno nella lista delle persone affogate. Probabilmente l'incidente fu causato da un guasto nei motori, un incendio, che determinò il panico a bordo: tutti i passeggeri si spostarono caoticamente da un lato dell'imbarcazione, e finirono per rovesciarla. Molti naufraghi morirono in mare per via della nafta, il carburante che a contatto con l'organismo  può causarne l'intossicazione in mare. Le operazioni di recupero dei cadaveri durarono più di una settimana, e si conclusero il 12 ottobre. Il tunisino Khaled Ben Salem, indicato dai superstiti come l'uomo che era al comando del natante, venne fermato e accusato di omicidio plurimo, favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e naufragio: l'anno successivo, nel 2014 scattò per lui la condanna a 18 anni.

In seguito a quest'episodio disastroso nel Mediterraneo cominciò a operare la missione della Marina militare "Mare Nostrum", grazie alla quale nei 12 mesi successivi vennero recuperati 160 mila migranti provenienti dall’Africa: le navi della Marina avevano il permesso di operare a ridosso delle coste libiche. La missione poi fu sospesa e sostituita da Triton, gestita da Frontex, l'agenzia europea delle Frontiere

Dal 2015 in questo giorno è stata istituita la "Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'immigrazione". Questa mattina a Lampedusa, poco dopo le 9, è partita dal centro la marcia in ricordo delle vittime. In prima fila, con la fascia tricolore, il sindaco Totò Martello: "Noi siamo qui come ogni anno – ha detto – ma questa volta il governo non c'è". Quest'anno infatti nessun rappresentante del governo si è visto sull'isola per la ricorrenza. "So che alla Camera oggi c'è una cerimonia – ha detto Tareke Brhane del Comitato 3 ottobre, nato in seguito alla tragedia – ma qui a Lampedusa non c'ènessuno delle istituzioni nazionali. L'importante è che ci siano tanti giovani e studenti a ricordare tutte le vittime del Mediterraneo". Alla marcia hanno partecipato cittadini, rappresentanti di associazioni e un centinaio di studenti provenienti da 15 istituti italiani. Alla cerimonia alla Porta d'Europa, dove si conclude il corteo, è prevista una rappresentanza delle Forze dell'ordine e di Polizia dell'isola.

"Non si può continuare a ripetere che in Italia il problema degli sbarchi è finito e che tutto è stato risolto" – ha ribadito Salvatore Martello – "Gli italiani si convincono poi che è così invece poi, stando a Lampedusa, si scopre che il porto dell'isola è aperto perché attraccano direttamente al porto. Mi chiedo perché raccontare cose non vere? Perché informare la gente di cose che non ci sono? Perché tentare di cancellare la memoria e il ricordo?". 

Il segretario del Pd Maurizio Martina ha ricordato con un tweet i morti del Mediterraneo: "In questi anni l'Italia ha salvato centinaia di migliaia di vite in mare, spesso al posto dell'Europa. Il modo migliore per ricordare la tragedia di Lampedusa e le vittime dell'immigrazione è continuare a farlo".

"È grave che nel giorno del quinto anniversario della strage di Lampedusa nessun alto rappresentante delle istituzioni sia presente al corteo in memoria delle 358 vittime del naufragio del 3 ottobre", ha aggiunto l'ex ministra dell'Istruzione Valeria Fedeli.

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