Migranti, cosa cambia con il decreto Flussi: le nuove regole su click day e lavoratori stranieri
Alla fine, dopo giorni di attesa e qualche aggiustamento al testo arrivato in Cdm la settimana scorsa, il governo Meloni ha approvato un nuovo decreto Flussi. All'interno numerosi argomenti: non solo alcune norme che riguardano il lavoro stagionale e gli ingressi in Italia per lavoro, ma anche una stretta sugli aerei delle Ong, che dovranno seguire regole più stringenti (mirate, secondo chi le Ong stesse, a scaricare sulla Libia le responsabilità dei soccorsi in mare), oltre a norme per facilitare i respingimenti e le espulsioni.
Come cambiano i click day per lavoratori migranti
Partendo dai flussi di ingresso di persone migranti che arrivano nel Paese per lavorare, una norma punisce quegli imprenditori che negli ultimi tre anni hanno fatto domanda per far entrare un lavoratore, ma poi non hanno sottoscritto un contratto di soggiorno. Questi datori di lavoro non potranno più fare domanda per ulteriori ingressi. In più, il contratto in questione dovrà essere firmato "per via telematica" per velocizzare i tempi, dato che oggi la legge prevede un limite di 8 giorni per farlo ma questo non viene quasi mai rispettato.
I flussi saranno regolati da numerosi click day, come avvenuto in passato, ma separati per categoria di lavoratori. Ciascun datore di lavoro avrà un numero massimo di domande che potrà presentare: tre. Stando a quanto annunciato dal governo, il piano sarebbe in futuro di organizzare i click day su base regionale, per poi eliminarli del tutto e sostituirli con altri metodi per gli ingressi per lavoro.
Più tempo per gli stagionali con contratto scaduto
Ma per il momento restano, e per il 2025 c'è anche un aggiunta di 10mila posti per badanti dall'estero. Partiranno dei controlli aggiuntivi e preventivi, invece, se le richieste vengono da Bangladesh, Pakistan o Siria, Paesi che per il governo hanno un alto rischio di presentare "documentazione contraffatta".
Ancora in materia di lavoro, il decreto stabilisce che i lavoratori stagionali che hanno un contratto scaduto (e che oggi tecnicamente dovrebbero tornare fuori dall'Italia, e poi per un contratto successivo sottoporsi a una nuova richiesta con click day) avranno più tempo. Ci saranno 60 giorni per trovare un nuovo contratto. Scaduti questi, la situazione tornerà quella di prima, ovvero la presenza della persona in Italia sarà considerata irregolare. Una novità sui permessi di soggiorno è che dovrebbe nascere un permesso speciale, da sei mesi a un anno e prorogabile anche più avanti, per chi denuncia casi di caporalato, anche se la sua applicazione pratica è ancora da chiarire.
Migranti obbligati a mostrare cellulare, espulsioni e trattenimenti più facili
Per identificare chi arriva in Italia diventerà possibile accedere al suo cellulare, per "garantire l'identificazione del migrante o al minimo l'individuazione della provenienza geografica", ha spiegato il sottosegretario Mantovano. Mostrare i dati sul proprio telefono sarà un obbligo, anche se "solo quelli finalizzati all'identificazione", mentre sarà vietato (per le autorità italiane) accedere ai messaggi e altre comunicazioni.
L'ispezione dovrà essere autorizzata dall'autorità giudiziaria, anche a posteriori con una convalida. In ogni caso, chi non collabora fornendo un proprio documento (anche in forma elettronica, cioè sul cellulare) o non paga potrà essere trattenuto nei centri migranti – incluso quello in Albania, che stando a quanto dichiarato dal governo dovrebbe diventare attivo nella seconda metà di ottobre.
Diventano anche più facili le espulsioni. In un sistema già estremamente macchinoso come quello delle domande d'asilo, il tempo per presentare ricorso se la domanda viene respinta sarà dimezzato: non più quattordici giorni, ma sette. Chi non presenterà l'appello in tempo perderà la possibilità del ricorso.
Nuove regole contro gli aerei delle Ong
Ci sono poi le norme che riguardano le attività di soccorso in mare. Gli aerei delle Ong che operano nel Mediterraneo dovranno segnalare "immediatamente e con priorità" alle autorità le eventuali imbarcazioni in difficoltà che avvistano, con sanzioni fino a 10mila euro e il fermo dell'aereo per chi non lo fa. Sea Watch Italia ha spiegato a Fanpage.it che tutti gli aerei di Ong avvisano già le autorità competenti per prassi, ma che la norma sembra scritta appositamente per scaricare le responsabilità dei soccorsi su altri Paesi.