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Migranti, Corte Ue: Esame richiesta d’asilo spetta a paese d’ingresso anche in caso di crisi

Una sentenza della Corte Ue stabilisce che l’esame delle richieste d’asilo spetta al paese d’ingresso del migrante anche in periodi di emergenza. Intanto il presidente del Consiglio Gentiloni fa sapere che l’Italia sta valutando l’ipotesi, d’accordo con la Libia, di inviare le proprie navi per combattere i trafficanti di esseri umani.
A cura di Stefano Rizzuti
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L’esame delle richieste d’asilo spetta allo Stato in cui il migrante è entrato e non in quello in cui viene presentata la richiesta, anche in caso di crisi migratorie, come prevede l’applicazione del regolamento di Dublino. È quanto stabilito da una sentenza della Corte Ue in riferimento a un caso riguardante la Croazia e le domande di protezione internazionale da esaminare arrivate da chi ha attraversato la frontiera nel 2015-2016. Nella stessa giornata della sentenza della Corte Ue, il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha fatto sapere che l'Italia sta valutando la possibilità di inviare navi in Libia per contrastare il traffico di essere umani.

La sentenza della Corte Ue riguarda i casi di un siriano e di alcuni afghani che nel 2016 sono entrati in Croazia dalla Serbia. Le autorità croate hanno organizzato il loro trasporto fino alla frontiera slovena per aiutarli a raggiungere altri stati Ue dove poi presentare domanda di protezione internazionale. Ma questi paesi, nel caso specifico Austria e Slovenia, hanno ritenuto che spettasse alla Croazia esaminare la richiesta, così come confermato oggi dalla sentenza della Corte Ue e come previsto dal regolamento Dublino III.

La Corte ha precisato che la norma di “attraversamento irregolare di una frontiera” è valida anche nel caso in cui uno stato ammetta nel proprio territorio cittadini di un paese non Ue “invocando ragioni umanitarie e derogando ai requisiti di ingresso imposti ai cittadini di paesi non Ue”. Inoltre, secondo la Corte, “il fatto che l’attraversamento della frontiera sia avvenuto in occasione dell’arrivo di un numero eccezionalmente elevato di cittadini di paesi non Ue non è determinante”. I giudici sottolineano anche che la presa in carico dei richiedenti asilo “può essere facilitata dall'utilizzo da parte di altri stati membri, in uno spirito di solidarietà, della ‘clausola di sovranità’ che consente loro di decidere di esaminare domande di protezione nazionale ad essi presentate, anche quando tale esame non competa a loro”.

L'avvocato generale Ue ha invece proposto alla Corte europea di giustizia di respingere i ricorsi presentati da Slovacchia e Ungheria contro il ricollocamento dei migranti da Italia e Grecia. I due paesi avevano rifiutato di aderire allo schema di ricollocamento obbligatorio di 160 mila migranti deciso nel 2015 per far fronte alla crisi migratoria e sollevare i paesi costieri di primo arrivo dall'onere di accogliere tutti i richiedenti asilo. L’avvocato generale ha quindi proposto di respingere i ricorsi dei due paesi: il suo parare non è vincolante ma solitamente viene seguito dalla sentenza della Corte, prevista per i prossimi mesi.

La Corte Ue ha emesso una sentenza anche in merito alle procedure per l’asilo in Italia. Secondo quanto affermato dai giudici, il richiedente asilo, se ha già avuto la possibilità di essere ascoltato di persona, non va necessariamente sentito una seconda volta. Questo può avvenire se il verbale del colloquio sia confluito nel fascicolo del tribunale e se il tribunale ha sempre la facoltà di procedere ad una nuova audizione se necessario.

Gentiloni: Sul tavolo ipotesi utilizzo navi italiane contro trafficanti

Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha rivelato questa mattina che sarebbe sul tavolo l’ipotesi di utilizzare le navi italiane per contrastare i trafficanti di migranti. “Sarraj mi ha indirizzato alcuni giorni fa una lettera nella quale si chiede al governo italiano un sostegno tecnico con unità navali al contrasto del traffico di essere umani. La richiesta è all’esame del nostro ministero della Difesa”. In ogni caso, Gentiloni ha ribadito che le decisioni “verranno valutate d’intesa con la Libia e con il Parlamento. Ma deve essere molto chiaro che questa richiesta può rappresentare un punto di novità molto importante nella lotta” ai trafficanti.

Questa mattina Gentiloni ha incontro il premier libico Fayex al-Sarraj a Palazzo Chigi, un incontro definito di “particolare importanza perché avviene all’indomani di quello di Parigi che l’Italia si augura produca risultati importanti nelle prossime settimane e nei prossimi mesi”. Il premier libico si è invece augurato di poter ora “coinvolgere anche l’Onu e le Organizzazioni regionali”. In mattinata, Gentiloni ha parlato telefonicamente con la cancelliera tedesca Angela Merkel che ha espresso pieno sostegno all'Italia sul principio di redistribuzione dei richiedenti asilo tra i paesi Ue come segno concreto di solidarietà ai paesi in prima linea. La cancelliera tedesca ha assicurato la volontà di moltiplicare l'impegno economico tedesco in Libia per le attività di Oim e Unhcr.

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