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Migranti, Consiglio d’Europa accusa l’Italia: “Pochi rimpatri, riformare accoglienza”

Il documento è stato elaborato dal rappresentante speciale del segretario generale del Consiglio d’Europa per le migrazioni e i rifugiati, Tomas Bocek. Gentiloni: “L’obiettivo è sostituire l’immigrazione clandestina irregolare con flussi e canali più accettabili, dall’Ue mi aspetto un passo in più, in termini di risorse, per aiutare il lavoro dell’Italia”.
A cura di Claudia Torrisi
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Il rapporto del Consiglio d'Europa striglia l'Italia sulla gestione dell'immigrazione, evidenziando "le debolezze del sistema italiano di rimpatri volontari e delle espulsioni forzate" che rischia di " incoraggiare l’afflusso di un sempre maggior numero di migranti economici irregolari". Secondo il documento, elaborato dal rappresentante speciale del segretario generale del Consiglio d’Europa per le migrazioni e i rifugiati, Tomas Bocek, e basato sull'ultima visita in Italia a ottobre, "è necessario introdurre standard aggiornati e universali per tutti i tipi di centri d’accoglienza che indichino cosa deve essere garantito, come minimo, a chi vi soggiorna".

Il sistema italiano è debole anche per quanto riguarda il sistema di custodia legale per i minori non accompagnati, e gli hotspot – dove spesso sono costretti a trascorrere lunghi periodi – sono "luoghi inadatti a garantire le necessità". Ad ogni modo Bocek ha spiegato all'Ansa che la nuova legge italiana sulle misure di protezione verso i minori stranieri non accompagnati è "un passo avanti molto buono", anche se bisognerà vedere come sarà applicata nella pratica.

Un punto riguarda anche le procedure di richiesta d'asilo, che vanno riformate "in modo da accelerare il processo", si legge nel rapporto, che propone l'introduzione di "un monitoraggio appropriato e regolare di tutti i centri che sono gestiti da organizzazioni private per assicurare che i servizi siano assicurati come stabilito e ridurre al minimo i casi di possibile corruzione, e prevedere sanzioni per gli operatori dei centri che non rispettano i termini dei contratti".

Secondo il Consiglio d'Europa, inoltre, l'Italia è troppo lenta nel ricollocamento dei richiedenti asilo verso altri paesi. Questo "crea ulteriore pressione sul sistema d’accoglienza, oltre a incoraggiare i richiedenti asilo a cercare di entrare in altri Paesi illegalmente". In ogni caso, prosegue il report, "mentre una parte dei ritardi possono essere attribuiti alle procedure a livello Ue, alcuni derivano da problemi" procedurali italiani. Il Consiglio d’Europa propone di venire in aiuto all’Italia lanciando "un appello per aumentare le offerte di ricollocamento dei richiedenti, in particolare per i minori non accompagnati, sia sotto lo schema Ue o da parte di altri stati membri".

Secondo il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni "il problema dell'immigrazione non lo cancella neanche il mago Merlino" e l'obiettivo è "sostituire l'immigrazione clandestina irregolare con flussi e canali più accettabili". Per questo, il premier, nelle comunicazioni al Senato in vista del Consiglio europeo, ha detto che si aspetta a Bruxelles "un passo in più, in termini di risorse, per aiutare il lavoro d'avanguardia dell'Italia" nella gestione dei migranti provenienti dalla Libia.

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