Migranti, 110 persone in pericolo nel Mediterraneo. Alarm Phone: “Le hanno riportate indietro”
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Una barca in pericolo nel Mediterraneo con 110 persone a bordo. Migranti partiti dalla Libia e che hanno lanciato un SOS perché stavano imbarcando acqua. Lo aveva fatto sapere Alarm Phone, la piattaforma che offre assistenza ai migranti in difficoltà nel Mediterraneo. "110 persone hanno chiamato Alarm Phone da un gommone a largo della Libia. Stanno andando alla deriva e imbarcano acqua! Abbiamo allertato le autorità, le persone devono essere soccorse senza ritardi", hanno scritto gli attivisti su Twitter. I migranti hanno raccontato che il motore non stava funzionando, lasciando la barca alla deriva, e che nessuno di loro aveva a disposizione giubbotti di salvataggio. "La tragedia è imminente. Le autorità UE rifiutano responsabilità per queste persone in pericolo. Insistiamo: devono essere soccorse e portate al sicuro in Europa", ha aggiunto ancora Alarm Phone.
I migranti, a quanto si apprende, sono stati però intercettati e riportati indietro. Nel pomeriggio è stata la stessa ong a indicare che "saranno imprigionati in condizioni inumane".
Ieri gli attivisti avevano lanciato un altro allarme, riguardante circa 90 persone, tra cui anche donne e bambini, in fuga dalla Libia e che avevano richiesto aiuto in mare. Questa mattina Alarm Phone ha raccontato che i migranti sono sopravvissuti alla notte. All'alba risultavano molto vicini alle coste di Lampedusa. "Malta e Italia devono agire ora, non lasciateli in mare", ha avvertito la piattaforma. Che, qualche ora più tardi, ha anche comunicato l'arrivo di 99 persone sull'isola: "Crediamo si tratti della novantina di persone che abbiamo accompagnato questa notte. Auguriamo loro tutto il meglio per il loro futuro in Europa".
Ieri la piattaforma ha anche condiviso un report pubblicato da Human Rights Watch, l'Ong delle Nazioni Unite, in cui si elencano diversi casi di violazioni di diritti umani nel mar Egeo nell'ultimo anno. Alarm Phone ha raccontato di aver ricevuto notizia di almeno 75 casi di attacchi violenti o respingimenti. "Speriamo che questo tipo di pressioni mette un punto a queste pratiche disumane degli Stati membri", ha scritto ribadendo che molte vicende di respingimenti e mancata assistenza riportati nel report delle Nazioni Unite