Migranti, assegnato il porto di Augusta alla Sea Watch 3: aveva salvato 363 persone nel Mediterraneo
La nave umanitaria Sea Watch 3 è diretta verso Augusta, dopo che le autorità le hanno assegnato il porto della città siciliana. "Dopo un viaggio lungo e pericoloso le 363 persone che abbiamo soccorso potranno finalmente sbarcare in un porto sicuro", hanno scritto gli attivisti su Twitter, comunicando che l'arrivo è previsto per questo pomeriggio. Nei giorni scorsi la nave della Ong tedesca Sea Eye aveva soccorso in mare ben 363 persone in diverse operazioni: "Sono esauste e hanno bisogno di sbarcare al più presto. Abbiamo chiesto a Italia e Malta l'assegnazione di un porto sicuro, ma non abbiamo ancora ricevuto risposta", scriveva l'organizzazione qualche giorno fa. A bordo anche diversi minori non accompagnati e alcune donne incinte.
La Sea Watch 3 aveva soccorso centinaia di persone che viaggiavano a bordo di 5 diverse imbarcazioni dallo scorso 26 febbraio. Gli attivisti si erano poi impegnati in una sesta operazione in cui avevano prestato assistenza a 90 persone, fornendo loro delle zattere di salvataggio, prima che arrivasse la Guardia costiera italiana e le portasse a Lampedusa. A bordo della Sea Watch, infatti, non ci sarebbe stato posto per loro. "La Sea Watch 3 ha soccorso 5 imbarcazioni e assistito una sesta. A bordo 363 persone scampate alla morte in Libia e al mare. Un terzo sono minori. Un’altra notte in mare, in balia delle onde e del freddo, non è ciò di cui hanno bisogno. Devono sbarcare. Subito", avevano poi aggiunto gli attivisti.
Intanto il leader della Lega, Matteo Salvini, torna a spingere il governo per una diversa gestione dei flussi migratori: "Come si è cambiata strategia sull'emergenza sanitaria e il piano dei vaccini, con la Lega al governo occorrerà cambiare la strategia anche su porti aperti e porti spalancati", aveva detto intervenendo a Quarta Repubblica. Il tema continua a dividere il governo e intanto alla Camera, in commissione Esteri, è stato votato un emendamento allo statuto istitutivo della corte penale internazionale per cui bloccare una nave internazionale (come una nave umanitaria che ha soccorso migranti in difficoltà nel Mediterraneo) è considerato un reato.