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Migranti, assegnato il porto di Augusta alla Geo Barents: 558 persone a bordo, moltissimi minori

La nave umanitaria Geo Barents è diretta ad Augusta, porto sicuro assegnato dalle autorità italiane dopo giorni di richieste. A bordo 558 persone, tra cui moltissimi minori.
A cura di Tommaso Coluzzi
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La Geo Barents potrà attraccare in Italia. Alla nave umanitaria di Medici senza frontiere è stato assegnato Augusta come porto sicuro, dopo giorni di richieste e attesa e soprattutto dopo diversi salvataggi in mare. Otto in tutto gli interventi, con l'organizzazione che ha chiesto ripetutamente di poter sbarcare in Italia, l'ultimo era avvenuto alla vigilia di Natale. "La Geo Barents è diretta ad Augusta che sarà il porto sicuro di sbarco per le 558 persone sopravvissute – scrive Medici senza frontiere su Twitter – Tra loro una donna incinta di 8 mesi, minori non accompagnati di 12 anni e persone che hanno subito violenze sessuali e abusi terribili". Precisamente, i minori dovrebbero essere circa 143.

Il porto sicuro assegnato a Geo Barents, però, non è abbastanza. Da giorni la Sea Watch 3 è a sua volta in attesa di sbarcare. La nave umanitaria ha centinaia di persone a bordo e chiede risposte all'Italia: "Quattro persone sono state evacuate stanotte da Sea Watch 3 – spiegano in un tweet – una giovane donna incinta, sua sorella minorenne, un uomo con problemi medici e suo figlio". Le persone evacuate sono state recuperate da una motovedetta della Guardia Costiera. Poi l'accusa: "È uno stillicidio – attacca l'ong – A bordo ancora 440 persone fra cui donne e bambini piccoli. Tutte e tutti hanno il diritto di sbarcare".

La Sea Watch 3 ha effettuato cinque operazioni in pochi giorni e da quasi 48 ore lancia allarmi e chiede di poter sbarcare, mentre le condizioni meteo peggiorano e a bordo ci sono persone che hanno bisogno urgente di raggiungere la terraferma. La nave dell'ong, intanto, continua a costeggiare la Sicilia in cerca di riparo dalle condizioni meteo avverse, mentre il mare si fa sempre più mosso. L'Italia continua a non concedergli un porto sicuro in cui sbarcare.

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