Migranti, assegnati i porti di Messina e Taranto alla Open Arms e alla Sea Watch
È stato finalmente assegnato un porto sicuro alle navi umanitarie Sea Watch 3 e Open Arms, che da giorni si trovavano bloccate nel Mediterraneo con rispettivamente 119 e 118 migranti a bordo. Lo ha annunciato il Viminale in una nota, spiegando che la prima si dirigerà verso Taranto, mentre la nave della Ong spagnola sbarcherà a Messina: "In seguito alle richieste avanzate, all’Open Arms e alla Sea Watch 3 sono stati assegnati, rispettivamente, i porti di Messina e Taranto".
Il ministero dell'Interno ha anche comunicato che "Francia, Germania, Portogallo e Irlanda hanno già dato la loro disponibilità ad accogliere i richiedenti asilo a bordo", aggiungendo che "la disponibilità è stata offerta sulla base dell’apertura della procedura di ridistribuzione dei migranti a livello europeo avviata dalla Commissione Ue anche sulla scorta del pre-accordo di Malta".
Sea Watch a Taranto e Open Arms a Messina
Subito sono arrivati i messaggi di esultanza da parte delle organizzazioni umanitarie su Twitter: "L’Italia assegna a Sea Watch un porto sicuro a Taranto. La gioia a bordo è inspiegabile, così come il nostro sollievo. Auspichiamo di arrivare presto a un meccanismo di sbarco e redistribuzione automatico, senza sporchi accordi con la Libia", ha scritto l'account italiano di Sea Watch.
Poi, in un altro post, la ong tedesca sottolinea: "Sea Watch 3 potrà attraccare, ma il viaggio degli uomini e delle donne a bordo continua. Chiediamo che i diritti delle persone che sbarcheranno con noi siano rispettati anche nell'ambito dei negoziati ad hoc. L'Ue deve trovare il coraggio di politiche migratorie eque e responsabili". L'organizzazione ha quindi condiviso una fotografia che mostra tutta la felicità dei naufraghi una volta ricevuta la notizia che le autorità italiane avevano concesso un porto di sbarco.
"L'Italia assegna a OpenArms un porto sicuro per lo sbarco, Messina: è un grande sollievo per i naufraghi salvati ma anche per l'equipaggio. Speriamo di raggiungere presto un meccanismo automatico di sbarco e ridistribuzione che non preveda gli sporchi accordi con la Libia", ha invece commentato il fondatore di Open Arms, Oscar Camps.
Le polemiche sulla "discontinuità" con il governo gialloverde
Ieri il giornalista Sergio Scandura aveva sottolineato la presenza di 237 persone bloccate da giorni nelle navi umanitarie dopo essere state soccorse in mare, in contrasto con le dichiarazioni del ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, che poche ore prima aveva etichettato come false le voci che denunciavano l'assenza di discontinuità in tema migrazione tra i due governi di Giuseppe Conte, quello al fianco della Lega e quello creato con le forze del centrosinistra.
"Giusto per non fare il guastafeste alla ‘discontinuità': 119 naufraghi a bordo di Sea Watch sotto la Sicilia e 118 naufraghi a bordo di Open Arms davanti Lampedusa – salvati in mare, in fuga dall'inferno libico – sono in attesa di un Place Of Safety di sbarco": ha scritto su Twitter Scandura.