Migranti, altro naufragio al largo della Libia, 63 dispersi in mare: “Ci sono morti”
Ancora un naufragio, ancora una tragedia in mare vicino alle coste libiche. L’Unhcr – l’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati – denuncia che 63 persone risultano disperse dopo che il barcone a bordo di cui viaggiavano si è capovolto. Altre 41 persone – secondo quanto comunicato dall’agenzia dell’Onu su Twitter – sono state portate in salvo dalla guardia costiera a largo di Zwara. La notizia è stata confermata dalla Marina libica e dal suo portavoce, Ayob Amr Ghasem, che ha detto che “sicuramente” il naufragio è avvenuto e che ci sono persone annegate al largo delle coste libiche. “Ci sono varie imbarcazioni e una era in condizioni critiche. Sicuramente ci sono dei morti”, afferma Ghasem interpellato dall’Ansa in merito a quanto avvenuto in mare.
Oggi la Guardia costiera libica ha compiuto altre due operazioni, recuperando in mare 220 migranti che si trovavano sui gommoni al largo delle coste occidentali della Libia. Si tratta di persone di “diverse nazionalità africane”. A riportare la notizia sono alcuni messaggi postati su Facebook dalla Guardia costiera. Il primo intervento, compiuto dalla motovedetta Talil nella notte tra sabato e domenica ha riguardato 115 persone il cui gommone si trovava a 8-10 miglia a nord di Sorman. Il secondo intervento è stato compiuto dalla stessa imbarcazione e ha portato in salvo 105 persone, tra cui anche due bambini e dieci donne, a dieci miglia a nord di Sabrata. I migranti soccorsi sono stati affidati al centro di accoglienza di Al Nars, secondo quanto comunicato attraverso i post.
I migranti salvati dai centri di detenzione
Chiristine Petrè, portavoce per la Libia dell’Oim, l’Organizzazione internazionale per le migrazioni, fornisce inoltre all’Ansa un’altra notizia, riguardante i migranti salvati o bloccati dalla Guardia costiera libica, rinchiusi in venti centri di detenzione in condizioni estreme. Sarebbero in totale più di 10mila quelli salvati perché vivevano in situazioni critiche, tra il sovraffollamento delle strutture e l’ondata di afa che ha fatto registrare temperature superiori ai 40 gradi.