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Migranti, Alarm Phone segnala barca in pericolo con 41 a bordo: “Non lasciateli annegare”

Una barca con a bordo 41 migranti è in pericolo e si trova in acque Sar maltesi. A renderlo noto è Alarm Phone: “Oggi pomeriggio ci hanno chiamati 41 persone in fuga dalla Libia, tra cui molti bambini, su una barca in pericolo in zona Sar maltese. Le condizioni meteo stanno peggiorando e la notte è in arrivo. Non lasciateli annegare!”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Una barca con a bordo 41 migranti in fuga dalla Libia è in pericolo in acque Sar maltesi. È Alarm Phone, il servizio telefonico che opera a sostegno dei migranti nel Mediterraneo, a lanciare l’sos, spiegando che a bordo dell’imbarcazione ci sono anche “molti bambini”. L’organizzazione fa sapere di aver informato della situazione le autorità di Malta e chiede “il salvataggio immediato: le condizioni meteorologiche sono pericolose e la notte sta arrivando”. Il messaggio viene ribadito poco dopo da Alarm Phone, sempre attraverso il suo canale Twitter: “Oggi pomeriggio ci hanno chiamati 41 persone in fuga dalla Libia, tra cui molti bambini, su una barca in pericolo in zona Sar maltese. Abbiamo chiesto soccorso alle autorità di Malta! Le condizioni meteo stanno peggiorando e la notte è in arrivo. Non lasciateli annegare!”.

Sempre Alarm Phone fa il punto della situazione su tutte le imbarcazioni in difficoltà presenti nel Mediterraneo nelle ultime ore. “Oggi – si legge su Twitter – Alarm Phone è stato allertato da diverse barche in pericolo al largo della Libia, molte delle quali intercettate dalla cosiddetta guardia costiera libica. Sappiamo di circa 160 persone su 3 barche, riportate a forza verso una zona di guerra dove la tortura è esperienza quotidiana”.

Gli appelli di Alarm Phone vengono reiterati anche dalla Ong Mediterranea Saving Humans. Sempre su Twitter, condividendo le notizie diffuse dall’organizzazione che aiuta i migranti nel Mediterraneo, l’Ong scrive: “Oggi Alarm Phone è stato avvisato di molte imbarcazioni in difficoltà al largo della Libia, alcune intercettate dalla cosiddetta Guardia costiera libica. Ad ora circa 160 persone su tre barche sono state ricondotte forzatamente in zona di guerra, là dove la tortura è quotidiana”.

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