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Migranti, 62 persone (tra cui 6 bambini) alla deriva in mare. Ong: “Non lasciateli annegare”

“Abbiamo informato le autorità. Non lasciateli annegare o morire di fame come avete fatto con un altro gruppo di migranti due settimane fa. È vostro dovere localizzare l’imbarcazione e salvare i migranti. È vostro dovere aiutare le persone in difficoltà nella vostra zona Sar”: così Alarm Phone avverte della presenza di un’imbarcazione in difficoltà con 62 migranti a bordo, tra cui 13 donne e 6 bambini. E chiede a Italia e Malta di intervenire immediatamente.
A cura di Annalisa Girardi
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Alarm Phone, la piattaforma telefonica che fornisce assistenza ai migranti in difficoltà nel Mediterraneo, ha avvertito che ci sarebbero 62 persone a bordo di un barcone in difficoltà. Tra loro anche 13 donne e 6 bambini. Gli attivisti sono stati contattati nella notte dai naufraghi scappati dalla Libia: "Abbiamo informato le autorità. Non lasciateli annegare o morire di fame come avete fatto con un altro gruppo di migranti due settimane fa", scrivono su Twitter.

Dalla posizione comunicata, Alarm Phone afferma che potrebbe trattarsi della stessa barca localizzata anche da un aereo di Frontex, la guardia costiera europea. Ciò significa che "le autorità europee sono a conoscenza di questa imbarcazione da diverse ore: smettetela di guardare, iniziate a soccorre". Gli attivisti hanno quindi raccontato di aver provato più volte a mettersi in contatto con la guardia costiera di Malta, senza ricevere risposta: "Ancora una volta, un centro di emergenza per persone in difficoltà non è raggiungibile".

Alcune ore fa la Ong ha comunicato di essere riuscita a mettersi in contatto con l'imbarcazione alle 04.22, quando i migranti hanno raccontato che il loro gommone stava cominciando a imbarcare acqua. Quindi l'appello diretto sia a Malta che all'Italia: "È vostro dovere localizzare l'imbarcazione e salvare i migranti. È vostro dovere aiutare le persone in difficoltà nella vostra zona Sar". In mattinata Alarm Phone ha parlato nuovamente con i migranti: "Siamo sollevati che siano riusciti a sopravvivere nella notte, ma devono essere immediatamente soccorsi".

E mentre le Ong accusano ancora una volta Roma e La Valletta di non prestare soccorso ai migranti in difficoltà nel Mediterraneo, alcuni giorni fa un gruppo di associazioni ha presentato un esposto alla Corte dei Conti per chiedere chiarimenti in merito ai finanziamenti dell'Unione europea a programmi che contribuiscono ai respingimenti di queste persone in Libia, un teatro di violenze a abusi. "L’Unione Europea dovrebbe sospendere il finanziamento al programma attraverso cui i migranti vengono bloccati in Libia, poiché tale programma viola le norme di diritto finanziario dell’Ue", si legge nel documento.

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