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Migranti, 55 respinti in Libia. La denuncia delle Ong: “Riportati a guerra, torture e stupri”

“Le persone sbarcate oggi a Tripoli sono quelle del caso del gommone con circa 55 a bordo, segnalato da venerdì scorso. 12 di loro sono morte, chi di sete e di fame, chi nel tentativo disperato di raggiungere a nuoto navi mercantili”: Alarm Phone ha confermato che le persone intercettate e ricondotte in Libia dalla guardia costiera di Tripoli sono i 55 naufraghi di cui non si avevano più notizie da giorni.
A cura di Annalisa Girardi
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"Possiamo ora confermare che la barca respinta in Libia è la stessa che davamo per dispersa con 55 persone: 12 persone sono morte di sete o annegate perche Malta ha rifiutato di soccorrere. I sopravvissuti sono stati riportati alla guerra, le torture e gli stupri della Libia": così Alarm Phone, la piattaforma telefonica che si occupa di fornire assistenza ai migranti nel Mediterraneo, ha annunciato che le 55 persone di cui non si avevano più notizie da giorni sono state intercettate e ricondotte in Libia, un Paese nel pieno di un conflitto civile e in cui sono stati ampiamente testimoniati abusi, violenze, e tortura. In realtà, non tutti i 55 migranti a bordo del barcone sono tornati in Libia: 12 di loro, a quanto riporta Alarm Phone, sarebbero morti tentando di fuggire a nuoto, di fame o sete.

La notizia dello sbarco a Tripoli era stata confermata ieri dall'Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM) attiva in Libia: "I migranti sono stati soccorsi da una nave commerciale nella zona Sar (ricerca e soccorso) maltese, e consegnati alla guardia costiera libica. Ribadiamo che i naufraghi soccorsi in mare non dovrebbero essere respinti a porti non sicuri. Un'alternativa allo sbarco in Libia deve essere trovata urgentemente", aveva sottolineato l'OIM.

Da giorni le organizzazioni umanitarie che salvano vite nel Mediterraneo lanciavano l'allarme: "Dove sono le 55 pers. disperse? Stanotte il cargo battente bandiera portoghese IVAN aveva ricevuto l’ordine di soccorrere una barca ma ha proseguito verso nord. Malta non ha soccorso, mandando solo un assetto aereo. Il meteo è terribile e la nostra speranza che siano vivi sta diminuendo", scriveva Alarm Phone pochi giorni fa.

Da 10 giorni, nel frattempo, la nave umanitaria Alan Kurdi, della Ong Sea Eye, rimane in attesa di un porto sicuro con 149 persone a bordo. Fanpage.it ha contattato gli attivisti per verificare le condizioni a bordo: "Siamo in una condizione di estremo sovraffollamento 149 persone salvate più 17 membri dell'equipaggio, e soltanto due servizi igienici e una doccia. Fino ad ora nessuna delle persone salvate in mare ha manifestato alcun sintomo riconducibile al coronavirus, e neppure i membri dell'equipaggio. D'altra parte il nostro medico ha registrato evidenti segni di torture e maltrattamenti che alcuni migranti hanno dovuto subire in Libia. E la tensione aumenta di ora in ora, così come la pressione psicologica. I migranti mostrano segni di insofferenza, sono sempre più frustrati e disperati, non capiscono perché devono attendere così a lungo per una soluzione".

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