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Migliaia di ricorsi contro la “Buona scuola”: a rischio l’inizio dell’anno scolastico?

In molte scuole l’inizio dell’anno scolastico potrebbe arrivare in ritardo e costringere gli studenti a saltare ore di lezioni oppure a cambiare insegnante nel corso dell’anno.
A cura di Charlotte Matteini
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Nonostante l'inizio dell'anno scolastico sia ormai in dirittura d'arrivo in molte regioni italiane del Nord Italia, non accennano ad esaurirsi le polemiche degli insegnanti "deportati" contro il piano straordinario di assunzioni varato con l'approvazione della cosiddetta "Buona scuola". I professori continuano a contestare il meccanismo di selezione mediante algoritmo studiato dal Ministero della Pubblica Istruzione e insistono nel sostenere che vadano effettuate delle modifiche e corretti gli errori che hanno portato a una vera e propria deportazione di massa degli insegnanti meridionali nelle scuole del Nord Italia. Nonostante i numeri forniti dal Miur evidenzino una notevole disparità tra il numero di docenti presenti nel Sud Italia e quello di cattedre disponibili nello stesso territorio, gli insegnanti non hanno intenzione di arrendersi e fare le valige e minacciano l'avvio di migliaia di ricorsi, che inevitabilmente ritarderebbero il completamento delle squadre di docenti destinate alle varie scuole sparse sul territorio italiano, rendendo difficoltoso l'avvio dell'anno scolastico. Un migliaio di ricorsi, si vocifera, anche se il sindacato di categorie sostiene potrebbero facilmente arrivare a 3/4 mila domande, potrebbero quindi portare a una sorta di slittamento dell'inizio della scuola e creare numerosi problemi allo svolgimento delle prime settimane di lezione.

I ragazzi di alcune classi e scuole, soprattutto quelli residenti al Nord, che tendenzialmente iniziano l'anno scolastico prima dei coetanei meridionali, rischiano quindi di trovarsi già dai primi giorni senza insegnanti, oppure con dei supplenti, con un conseguente ritardo nello svolgimento del programma scolastico al momento non quantificabile. Per correre ai ripari e non farsi beffare dall'ondata di ricorsi dei docenti, il governo ha spostato la data di scadenza ultimo per il completamento di tutte le operazioni relative alla creazione delle squadre scolastiche dal 31 agosto al 15 settembre. Rimane un problema: in 16 regioni e province autonome la scuola inizierà ben prima di metà settembre e lo slittamento potrebbe quindi interferire con il corretto svolgimento delle operazioni di organizzazione delle attività scolastiche, per esempio il recupero dei debiti formativi accumulati l'anno precedente. Al momento il problema maggiore è costituito da alcune centinaia di insegnanti che contestano non tanto il trasferimento al Nord, quanto di essere stati superati in graduatoria da docenti con punteggi ed esperienza inferiori, sostenendo che questo "qui pro quo" sia frutto di una errata taratura dell'algoritmo utilizzato per decidere chi sarebbe stato trasferito e dove.

Alcuni insegnanti, quindi, si ritengono vittime di un meccanismo perverso che ha portato l'algoritmo a commettere evidenti errori nell'assegnazione delle scuole ai docenti in graduatoria, errore che però non è mai stato ufficialmente ammesso dal ministero della Pubblica istruzione, anche se nelle ultime settimane i tecnici del Miur si sono detti pronti a valutare delle richieste di conciliazione, ovvero valutare quelle che potrebbero effettivamente essere situazioni frutto di un banale errore di messa a punto del modello utilizzato per gestire la mobilità dei 90mila insegnanti su tutto il territorio nazionale. Le richieste, però, ed è questo il lato negativo della medaglia, sarebbero circa 3 o 4 mila, decisamente troppe se parametrate alla data di inizio dell'anno scolastico di molte regioni: i ricorsi, infatti, andrebbero vagliati con attenzione, per poi poter proporre una località più vicina alle esigenze del docente, tenendo però conto delle assegnazioni già effettuate e mantenendo i necessari equilibri.

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