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Michela Marzano: “Censurare il mio libro sulla teoria gender è stato un autogol”

Michela Marzano professoressa di filosofia morale alla Sorbona (Paris V) e parlamentare del Pd si è vista negare la sala comunale di Padova per la presentazione del suo libro che parla di uguaglianza e spiega di cosa si parla qundo si dice “teoria gender”.
A cura di Sabina Ambrogi
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Nella foto la filosofa Michela Marzano.
Nella foto la filosofa Michela Marzano.

Per la presentazione del volume “Papà mamma e gender” (edizione Utet) di Michela Marzano era stata chiesta, per il 14 novembre, una sala del comune di Padova. Lo spazio pubblico è stato negato dal sindaco di centro destra Massimo Bitonci con la motivazione che il libro si poneva in antitesi con l'impegno che si era dato il comune a “vigilare affinché non venga introdotta e promossa la ‘teoria del gender’” e che “sia rispettato al contempo il ruolo della famiglia nell'educazione all'affettività e alla sessualità”.

Cosa pensa Michela Marzano al centro di questo episodio molto grave?

Ho scritto “Papà mamma e gender” non in quanto parlamentare ma come professoressa universitaria di filosofia morale, con l'obiettivo unico di spiegare le confusioni e le paure che si sono create intorno ad alcuni temi e che hanno portato a inventare la cosiddetta “ideologia gender”. Che è anche quello che è successo: il sindaco Bitonci ha letto la parola “gender” sulla copertina e si deve essere spaventato. Invece io spiegavo appunto all'interno. Comunque ha fatto un incredibile autogol: si è scatenata una polemica accesissima e in queste ore da Lerner a De Bortoli a Gassmann stanno prendendo tutti posizione circa l'impossibilità di tollerare una censura simile, contraria a ogni forma di democrazia.

Ma perché hanno paura che si spieghi l'uguaglianza e  come contrastare ogni forma di discriminazione che è propria dei paesi evoluti?

C'è una propaganda di idee false che ha come scopo quella di bloccare la legge delle unioni civili. In questo, sottolineo, che anche la sinistra è colpevole perché ha sottovalutato che si tratta di una battaglia culturale che va combattuta con decisione.

Come vede evolvere la percezione della questione “gender” da parte dell'opinione pubblica?

La prima conseguenza gravissima è che tutta questa polemica finisce per travolgere anche la faticosa strada che si percorre per contrastare la violenza alle donne, e per gli atti di bullismo. Siamo tutti pronti a versare delle lacrime quando accadono, ma se non si cambia mentalità e non si fa un'azione di educazione all'uguaglianza e alla tolleranza non ci muoviamo. Quando ci si interroga come intervenire poi parte una retorica fantasiosa. I detrattori dell'insegnamento dell'uguaglianza sono i movimenti Pro vita e Manifs pour tous Italia, e però abbiamo tutti firmato la Convenzione di Istanbul che prevede anche il contrasto alle discriminazioni.

Sono loro che stanno applicando una controcultura oscurantista?

Di certo fanno incontri, manifestazioni, distribuiscono panico.

E attecchisce?

Ieri per esempio sono stata intervistata al programma radiofonico Fahrenheit di Rai 3. Mentre parlavo arrivavano sms che dicevano che mi dovevo informare meglio perché non sarei a conoscenza che fanno esperimenti sui bambini. Alcuni parlavano di satanismo. Siamo al delirio.

Cosa si teme in particolare?

La paura più grande è dell'omosessualità insegnata e indotta. Solo che la parola “equiparazione” non significa che si cancellano le differenze ma che si smette di far immaginare che l'omosessualità sia una malattia.

Cosa si racconta di “pauroso” nel suo libro, al punto che il sindaco Bitonci ha sbarrato le porte di uno spazio cittadino (peraltro senza pensare che il sindaco è di tutti e non solo di una parte politica)?

Nella prima parte del libro ritrascrivo e decostruisco i video di Pro Vita e Mainfs pour tous Italia. Cioè parto, secondo un procedimento che mi è caro, proprio dai loro argomenti. Spiego cosa c'è dietro gli studi di genere, cosa sia un orientamento sessuale. Inoltre, fatto gravissimo, si sta anche identificando l'omosessualità con la pedofilia che è invece un reato, una pratica sessuale deviante che nulla c'entra né con l'identità di genere né con l'omosessualità. Insomma faccio un lavoro di decostruzione e ricostruzione.

Si potrebbe dire che anche lei parla solo da un pulpito universitario…

No, invece. Parlo per esperienza personale. Dedico una parte del libro all'esperienza vissuta da mio fratello e di come sia stata contrastata la sua omosessualità. Prima di tutto in famiglia dove abbiamo ricevuto un'educazione molto rigida, moto cattolica e del sud. E comunque io stessa, sia chiaro, parlo da cattolica che però non sopporta la strumentalizzazione di coloro che non riescono a fare pace col fatto che esistono delle diversità e che le persone non possono continuare ad essere discriminate per il proprio orientamento sessuale.

Cosa pensa si debba fare?

Innanzitutto che si torni all'abc della cultura, vorrei che la spiegazione contenuta nel mio libro sia concepita come uno strumento prima di tutto per gli insegnanti. E non come un'ideologia. Partiamo da un tessuto culturale e che si ricominci a ricostruire quanto distrutto.

E la politica?

Che dia una segnale forte con la legge sulle unioni civili e quella sulla step child adoption, che è semplicemente prendere atto di ciò che esiste già, smettendo di trattare i figli allevati all'interno di coppie omosessuali come persone di serie b. Purtroppo accade che il Parlamento di oggi è solo lo specchio della società, non esprime né un'idea né un progetto. Nel 1981 quando in Francia François Mitterand è diventato presidente e ha abolito la pena di morte, la maggior parte dei francesi non era d'accordo. Ma lo ha fatto lo stesso. Se il Parlamento insegue le paure della gente non si progredirà mai. L'Italia invece merita di diventare un società inclusiva in cui tutti siano rispettatati.

Come si cambia la mentalità?

Si cambia solo attraverso l'educazione. I movimenti Pro Vita e Manif pour tous vogliono bloccare e negare la formazione dei cittadini. Oggi mi dico che un libro come questo lo scrivo troppo tardi . Noi universitari pensiamo sempre che ciò che è condiviso in ambito universitario poi venga trasmesso magicamente a tutti. Invece mi sono resa conto che la società italiana è in ritardo di 40, 50 anni. Per questo un lavoro di spiegazione e informazione è importante.

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Autrice televisiva, saggista, traduttrice. In Italia, oltre a Fanpage.it, collabora con Espresso.it. e Micromega.it. In Francia, per il portale francese Rue89.com e TV5 Monde. Esperta di media, comunicazione politica e rappresentazione di genere all'interno dei media, è stata consigliera di comunicazione di Emma Bonino quando era ministra delle politiche comunitarie. In particolare, per Red Tv ha ideato, scritto e condotto “Women in Red” 13 puntate sulle donne nei media. Per Donzelli editore ha pubblicato il saggio “Mamma” e per Rizzoli ha curato le voci della canzone napoletana per Il Grande Dizionario della canzone italiana. E' una delle autrici del programma tv "Splendor suoni e visioni" su Iris- Mediaset.
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