Michel ai leader Ue: “Abbiamo trascurato test e tracciamento, ora dobbiamo evitare una tragedia”
Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ammonisce i 27 leader europei: sul Covid-19 l'Europa non ha fatto abbastanza. Per fronteggiare la pandemia i test, il tracciamento, i piani di vaccinazione e le quarantene devono essere coordinati a livello europeo.
Lo ha ribadito in un'intervista pubblicata oggi sulla Stampa: "I lockdown hanno conseguenze pesantissime sul fronte politico, sociale, economico e persino democratico. Molti paesi stanno prendendo misure restrittive per frenare i contagi, ma se vogliamo evitare nuove chiusure nei prossimi mesi serve un maggiore coordinamento europeo, sui test, sul tracciamento, sui piani per la vaccinazione e sulle regole per la quarantena", ha detto, spiegando così la convocazione per domani, giovedì 29 ottobre, di un vertice straordinario in videoconferenza sulla seconda ondata. Per Michel è necessario "agire e con urgenza" e si deve essere più efficienti a livello europeo.
"C'è un legame tra il livello d'intensità delle misure restrittive che sono necessarie in molti Paesi e l'efficacia della nostra comune strategia per i test e il tracciamento dei contatti". Michel fa dunque appello a una "forte pianificazione", senza la quale "nei prossimi mesi avremo sistematicamente dei lockdown più o meno intensi. Si tratta di misure che producono effetti solo dopo due-tre settimane, con conseguenze economiche e sociali pesantissime".
Nel convocare i leader Ue al summit in videoconferenza di domani ha inviato una lettera, sottolineando la gravità della situazione. Fino ad ora, scrive, io governi si sono concentrati principalmente sulla ripresa della vita economica, sociale, culturale. Ma le politiche su tracciamento e tamponi non sono stati efficaci, e ora "la seconda ondata è su tutta l’Europa", che non ha fatto abbastanza per prevenirla.
Il presidente del Consiglio europeo si è soffermato anche sulle manifestazioni di protesta e le violenze che si sono diffuse un po' su tutte le piazze europee, per dire che "la situazione è molto complessa e certamente ci sono reazioni sociali. Per questo", ha aggiunto, "è fondamentale essere efficienti e dimostrare che la strategia sta funzionando. Per contenere la diffusione del virus, ma anche per limitare gli effetti negativi dal punto di vista economico e sociale".
"Quando nella tarda primavera siamo riusciti a rallentare drasticamente la velocità di diffusione del Covid-19, la priorità è diventata la ripresa della vita economica, sociale e culturale. Questo doveva essere supportato da una solida politica di test e tracciabilità. Ma a livello europeo questo piano d'azione non ha raggiunto i risultati sperati" quindi "con la ripresa delle nostre attività quotidiane, il virus ha ricominciato a circolare". Adesso, conclude Michel, "la cosa positiva è che rispetto all'estate ci sono stati dei progressi sui test rapidi, che sono sempre più affidabili. Ora bisogna renderli disponibili".
Intervistato su Rtl France Michel ha però assicurato che tre o quattro vaccini contro il nuovo coronavirus potrebbero essere gradualmente disponibili tra la fine dell'anno e l'inizio del prossimo anno. L'ex primo ministro belga ha detto che "la Commissione europea, a nome degli Stati membri, ha firmato numerosi contratti per garantire che quando i vaccini saranno disponibili, potremo beneficiare delle dosi di cui abbiamo bisogno", ma, ha avvertito, non c'è una "bacchetta magica" per vaccinare subito tutta la popolazione. Ci saranno "problemi logistici che si presenteranno", perché alcuni vaccini verranno somministrati con una singola dose e altri ne richiederanno due. "Ci sono questioni di logistica, conservazione e dispiegamento di campagne di vaccinazione – ha aggiunto – Ecco perché voglio mobilitare i nostri capi di Stato e di governo per accelerare".