“Mi sono dimesso”: l’annuncio di Vittorio Sgarbi dopo l’incontro con Giorgia Meloni a Palazzo Chigi
Vittorio Sgarbi è stato ricevuto in serata a Palazzo Chigi da Giorgia Meloni per rassegnare le dimissioni da sottosegretario alla Cultura, dopo la delibera dell'Antitrust arrivata lo scorso venerdì, secondo cui la partecipazione a conferenze, mostre e presentazioni non sarebbe compatibile con l'incarico governativo. Sgarbi ha annunciato nei giorni scorsi l'intenzione di fare ricorso al Tar.
"Mi sono dimesso, come annunciato, nelle mani della presidente del Consiglio Giorgia Meloni e la ringrazio dell'attenzione che mi ha riservato", ha scritto sui social l'ormai ex sottosegretario al termine del colloquio di quasi un'ora con la presidente del Consiglio.
Meloni, durante la sua visita a Tokyo, aveva già commentato la decisione di Sgarbi, annunciando che avrebbe accettato le dimissioni, giudicando positivamente il suo passo indietro: "La scelta di Sgarbi di dimettersi è stata corretta – aveva detto la premier – mi aspetto di incontrarlo a Roma per accogliere le sue dimissioni".
In un'intervista uscita lo scorso 6 febbraio Sgarbi aveva spiegato appunto che avrebbe consegnato le dimissioni "nelle mani di Giorgia Meloni. Però sia ben chiaro una cosa. Non mi dimetto per il parere dell'Antitrust che è antinomico e contraddittorio. Per adesso comunque è più preciso dire che mi autosospendo", aveva dichiarato al Corriere della Sera. "Aspetto il giudizio del Tar", aveva aggiunto, precisando che in ogni caso non revocherà le dimissioni.
"Siamo lieti che Giorgia Meloni abbia trovato il tempo per visitare la mostra dedicata a Enrico Berlinguer, sicuramente per lei molto istruttiva. Non ci risulta però abbia al contrario avuto altrettanto tempo per alcun faccia a faccia con Vittorio Sgarbi, né tantomeno per chiudere la vicenda penosa delle sue dimissioni. Non sarà mica ancora in corso la ‘trattativa' Stato-Sgarbi? Una cosa è certa: mercoledì prossimo alle 16 è calendarizzata la nostra mozione di revoca. Se il nodo non si sarà sciolto prima lì la maggioranza dovrà prendere una decisione definitiva. Per fortuna ci pensiamo noi all'immagine del Paese e al prestigio delle istituzioni che Meloni con il suo silenzio continua danneggiare", avevano attaccato oggi i capigruppo M5s in commissione cultura alla Camera e al Senato Antonio Caso, primo firmatario della mozione, e Luca Pirondini.