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Mezzo miliardo dall’Unione europea per produrre più armi, si potrà usare anche il Pnrr

Trovato l’accordo in Ue sull’Asap, l’atto per investire mezzo miliardo nella produzione di munizioni da inviare in Ucraina e utilizzare per riempire le scorte europee.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Più armi, più in fretta. Il piano della Commissione europea si chiama Asap, che sta per Act in support of ammunition production – atto di supporto alla produzione delle munizioni – ma potrebbe tranquillamente essere interpretato nella versione più famosa dell'acronimo. Mezzo miliardo di euro sul tavolo per aumentare le munizioni prodotte dagli Stati membri, e se non bastassero si possono utilizzare anche i fondi dei Piani nazionali di ripresa e resilienza.

Questa mattina è stato annunciato l'accordo, a Bruxelles, per portare la produzione di munizioni a un milione di pezzi l'anno, grazie a un fondo da 500 milioni di euro prelevati dal bilancio comunitario per il co-finanziamento dei progetti industriali nazionali. Si potranno utilizzare anche parte dei fondi del Next Generation Eu e di coesione per sostenere la produzione. L'obiettivo è ovviamente sempre lo stesso: aumentare le consegne di armi da artiglieria all'Ucraina, che l'Europa continua a rifornire nella guerra con la Russia.

"L'Act in support of ammunition production aumenterà la capacità produttiva dell'Ue e ricostituirà le scorte – ha commentato la presidente della Commissione, Ursula Von der Leyen – Questo accelererà la consegna di munizioni all'Ucraina in questa fase cruciale della guerra". Sulla stessa linea la presidente del Parlamento Ue, Roberta Metsola: "Il nostro sostegno all'Ucraina non accenna a diminuire. Per tutto il tempo necessario – ha scritto sui social – Ce l'abbiamo fatta. Asap. Siamo orgogliosi del rapido accordo tra il Parlamento europeo e i Paesi membri per incrementare la produzione di munizioni con 500 milioni di euro. Accelereremo la consegna in Ucraina e riempiremo le nostre scorte".

Sono gli ultimi passi per il testo, che dovrà essere votato nuovamente dalla commissione Industria del Parlamento europeo, per approdare in Plenaria la prossima settimana. Il via libera definitivo è atteso entro la fine di luglio.

Resta fortemente contraria la posizione del Movimento 5 Stelle, che dal primo momento si è opposto al piano anche a livello europeo: "L'accordo politico raggiunto stanotte certifica la svolta bellicista dell'Europa – dicono i parlamentari pentastellati delle commissioni Politiche Ue di Camera e Senato Elisa Scutellà, Filippo Scerra, Bruno Raffaele, Pietro Lorefice e Dolores Bevilacqua – Stanziare ingenti finanziamenti pubblici all'industria bellica, che può contare su enormi extra-profitti incassati proprio grazie a questa tragica guerra, non solo è un insulto ai cittadini europei più bisognosi, ma significa che l'Europa sceglie di alimentare la guerra invece che di costruire la pace".

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