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Mes, Scerra a Fanpage.it: “Nessuno strappo nel M5s, in Parlamento voteremo con la maggioranza”

“Tutti siamo contro il Mes e domani non si attiva nulla. È curioso quando, per una democratica discussione, viene usato il termine scissione solo per noi e per altri invece si parla di confronto. Chi gioca a dividerci, lo fa perché non vuole che il MoVimento sia presente nella gestione del Recovery.”: così il deputato del Movimento Cinque Stelle Filippo Scerra fa il punto con Fanpage.it rispetto al voto di domani in Parlamento sulla riforma del Mes. Voto che non vede tutti i pentastellati sulla stessa lunghezza d’onda. Ma Scerra ribadisce che domani il M5s voterà unito il suo sostegno a Giuseppe Conte.
A cura di Annalisa Girardi
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Domani il Parlamento sarà chiamato ad esprimersi in merito alla riforma del Mes. Un voto delicatissimo che ha fatto traballare gli equilibri sia all'interno della maggioranza che nell'opposizione. E ha creato una spaccatura all'interno del Movimento Cinque Stelle tra l'ala governista e quella più radicale, che potrebbe respingere le comunicazioni di Giuseppe Conte. Il quale andrà alla Camera e al Senato a spiegare perché l'Italia sosterrà la riforma al Consiglio europeo di giovedì e al Vertice euro del giorno successivo. Se però dovessero mancare i numeri, si apre uno scenario di incognite per la maggioranza di governo. Fanpage.it ha fatto il punto della situazione con Filippo Scerra, deputato pentastellato e vice presidente del gruppo parlamentare, che ha sottolineato che domani il Movimento voterà il suo sostegno a Giuseppe Conte. Ecco che cosa ci ha detto.

Cosa c’è in gioco per la maggioranza con il voto sulla riforma del Mes di domani? Il governo rischia di cadere?

Vede, è stato fatto molto clamore mediatico sul voto di domani, forse anche più del dovuto, per un passaggio parlamentare importante, che serve a dare un mandato pieno al Presidente del Consiglio in Europa, e che non vede rischi particolari per la tenuta dell'esecutivo. Discuteremo la risoluzione che darà a Conte un chiaro indirizzo politico per andare a trattare ai tavoli Ue. I media si sono concentrati sulla riforma del Mes ma, domani, parleremo anche di temi importanti come la Brexit, dei vaccini anti-Covid e di politiche ambientali.

Quali sono le ripercussioni all’interno del Movimento 5 Stelle di questa “scissione” sulla riforma del Mes Cosa risponde ai suoi compagni di partito che hanno firmato la lettera anti-Mes?

Abbiamo trovato un buon compromesso fra di noi, come è normale fare in una forza che si confronta con spirito democratico, ed è stato un lavoro di cui vado fiero. Abbiamo portato avanti in questi giorni diverse riunioni, a vari livelli, tra di noi e vertici di maggioranza. Sono state riunioni alimentate da un forte spirito costruttivo, ed è stato molto apprezzato questo confronto da tutti, ed abbiamo trovato un punto di sintesi, una risoluzione condivisa. Ci siamo riusciti perché partivamo da una forte base comune: tutti siamo contro il Mes e domani non si attiva nulla, e tutti vogliamo il bene del nostro Paese. È curioso quando, per una democratica discussione viene usato il termine scissione, che non esiste, solo per noi e, per altri, invece no, si parla di confronto.

Voi come M5s siete sempre stati molto critici sul Mes. Rimanete contrari a un utilizzo del Mes anche di fronte a questa seconda ondata di contagi che rischia di rendere ancora più critica la crisi economica?

Abbiamo sempre detto che il Mes non serve, perché sono soldi a debito, che farebbero risparmiare cifre risibili al cospetto di condizionalità macroeconomiche ancora previste nei trattati; il nostro non è un no ideologico. Nessun paese ha attivato in Europa la linea pandemica, e finché saremo noi al Governo il Mes non sarà utilizzato. La partita vera è quella dei 209 miliardi del Recovery Fund. È fondamentale che si sblocchi questa trattativa e che arrivino questi fondi dall'Europa. Chi rema contro, chi gioca a dividerci, lo fa proprio perché non vuole che il MoVimento sia presente nella gestione del Recovery.

Questo ulteriore strappo all’interno della maggioranza rischia di complicare anche la gestione del Recovery Fund e delle altre risorse europee?

Domani non ci sarà nessuno strappo. Voteremo insieme al resto della maggioranza per dare un mandato pieno a Conte che ha riportato l'Italia ad avere un ruolo centrale nello scacchiere europeo.

Visto quanto sta succedendo a Bruxelles, con il veto di Polonia e Ungheria sul bilancio Ue, le risorse europee in risposta alla crisi potrebbero tardare. Che cosa si dovrebbe fare in quel caso?

Sulla partita del Recovery Fund si gioca il nostro futuro. Leggere che Meloni e Salvini difendono Orban che blocca i fondi destinati anche all’Italia, ci fa comprendere che livello demagogico abbia raggiunto in Italia l'opposizione che va anche contro gli interessi nazionali.

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