Mes, l’Eurogruppo alza la pressione e Meloni rimanda tutto: “È inutile parlarne adesso”
Continua la pressione sull'Italia da parte dell'Eurogruppo, cioè del gruppo che riunisce i ministri dell'Economia dei Paesi che usano l'euro. O meglio, la pressione sul governo Meloni. Il tema è sempre lo stesso: il Mes. Oggi presidente dell'Eurogruppo, Pascal Donohoe, ha detto che "tutti i leader sono consapevoli dell’importanza del trattato" e che "è nell’interesse di tutti che il Mes venga ratificato".
Il Meccanismo europeo di stabilità, pensato per aiutare gli Stati in situazioni di grossa difficoltà finanziaria, resta un punto difficile da affrontare per il governo: l'Italia è l'ultimo Paese rimasto (tra tutti quelli dell'Eurozona) a non aver ratificato la sua riforma, e se non lo fa entro la fine dell'anno il meccanismo non si potrà avviare per nessun Paese. L'esecutivo ha già detto più volte che l'Italia non intende usare il Mes, ma in questo caso si tratterebbe solo di votare per dare l'ok a una riforma già concordata dal 2021 dagli Stati membri, inclusa l'Italia.
Il problema è che i partiti del centrodestra, soprattutto Lega e Fratelli d'Italia, hanno pesantemente criticato il Mes negli scorsi anni. Quindi il voto sulla ratifica, anche se non vorrebbe dire impegnare l'Italia a utilizzare il meccanismo, è difficile da affrontare.
L'Eurogruppo insiste, le opposizioni: "Basta complottismi, Meloni risponda"
Tuttavia, il tempo stringe. A fine novembre la questione tornerà in Parlamento. Donohoe lo ha sottolineato: "Ho un ottimo rapporto con il ministro Giorgetti. So che il tema è stato oggetto di molti dibattiti all'interno del Parlamento italiano. Lo rispetto, ma se i trattati non sono ratificati da tutti nessun Paese potrà accedervi in futuro, se siamo in una situazione di crisi. Capisco bene che questo è un argomento delicato e che è stato anche deciso di non voler utilizzare il Mes comunque in futuro, il che è assolutamente una decisione che tutti comprendono. D'altra parte, potrebbero esserci altri Paesi che potrebbero decidere di utilizzarlo in futuro".
Le opposizioni si preparano al dibattito: "Come volevasi dimostrare, il presidente dell'Eurogruppo Donohoe è tornato oggi a chiedere all'Italia la ratifica del Mes. L'altro ieri Meloni è sfuggita alla nostra richiesta di dire cosa voglia fare. Oggi dovrà dire qualcosa, perché il silenzio sarebbe poco serio e controproducente per l'Italia. Meloni abbandoni il complottismo antieuropeo e anti euro che ne ha caratterizzato l'ascesa elettorale, tolga l'Italia da questa posizione inutilmente scomoda e perdente e annunci la ratifica immediata del Mes", ha detto Benedetto Della Vedova, deputato di +Europa.
Meloni rimanda: "Inutile parlarne prima di approvare il nuovo Patto di stabilità"
Interrogata dai cronisti durante il Consiglio europeo, Meloni ha risposto sul Mes ribadendo che "il governo resta fermo sulla sua posizione", cioè che "non si può affrontare il tema di uno strumento senza la cornice". In questo caso, la cornice è quella del Patto di stabilità e crescita, l'accordo che determina le regole finanziarie da seguire all'interno dell'Ue. In questo momento, gli Stati stanno negoziando per arrivare a un nuovo accordo a partire dal 2024: "Il Mes richiama ai vecchi vincoli del Patto di stabilità, ma noi stiamo facendo trattative su un nuovo patto".
Perciò "continuo a ritenere, indipendentemente da quello che si pensi dello strumento in sé, che non sia utile da parte di nessuno porre questa questione adesso", ha detto Meloni. Questa è quindi la linea del governo: aspettare ancora, rimandare il problema per non dover affrontare un voto decisamente spinoso in Aula. Resta da vedere se le pressioni dei Paesi dell'Eurozona, verso la fine dell'anno, diventeranno troppo forti per aspettare ancora.