video suggerito
video suggerito
Opinioni

Mentre la terra trema, il Pdl “scherza” sul ddl anticorruzione

Il difficile cammino del ddl – anticorruzione, la riforma della giustizia e le nuove nomine Rai: sono queste le “nuove angosce” del rapporto fra il Popolo della Libertà e Mario Monti. Con buona pace di crescita, fisco e riforma elettorale.
76 CONDIVISIONI
Alfano-Monti-RAI

La strana storia di un leader e della sua maledetta ossessione si arricchisce di un nuovo, paradossale, capitolo. Già, perché a turbare i sonni mai realmente sereni dell'ex Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e del suo entourage non è il vero e proprio tracollo elettorale né men che mai la complessa transizione del Pdl verso una nuova leadership oppure le incognite legate alla possibilità di ricostruire una coalizione credibile in grado di confrontarsi con qualche possibilità di vittoria alle prossime elezioni politiche. Niente affatto. Come nei giorni migliori (quando di fronte al tracollo delle Borse, ai dati sulla recessione e al crollo dell'occupazione il Governo riteneva prioritario "occuparsi", si fa per dire, della riforma della giustizia), ecco che il Popolo della Libertà torna ad alzare la voce su una questione che, immaginiamo, angoscia ogni cittadino italiano. Stiamo ovviamente parlando della ratifca del disegno di legge anticorruzione, intorno al quale si sta concentrando il meglio della visione politica dei berluscones, con un ostruzionismo che sfiora lo scandaloso.

Perché bloccare il disegno di legge anti-corruzione? – Sul tema giustizia più volte lo stesso Mario Monti aveva fatto capire che si trattava di una questione estremamente delicata, sulla quale operare con "rigore e buonsenso". Come raccontano i cronisti de ilretroscena.it:

il premier aveva chiesto con insistenza a Berlusconi “una speciale attenzione” sui temi della giustizia. Su un versante, cioè, altamente simbolico e sensibile per l’opinione pubblica di un Paese ancora alle prese, come dice Di Pietro, con le “peggiori porcherie della corruttela del ’92″. Ma niente da fare […] come si è dimostrato con l’ostruzionismo sul ddl anticorruzione.

La ragione di un ostruzionismo che davvero suona come paradossale (anche se va segnalato che ieri alla Camera è passato un emendamento del Partito Democratico che aumenta le pene nel caso di corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio) è da ricercarsi (purtroppo e ancora una volta) in una contrapposizione che tiene in scacco il Paese da 18 anni ormai. E trovarsi ancora una volta a discutere della necessità che una democrazia moderna si doti di efficaci strumenti di prevenzione – deterrenza contro un fenomeno "capillarmente diffuso" è un'evenienza della quale avremmo fatto volentieri a meno. Tanto più in un momento nel quale l'insofferenza dei cittadini nei confronti di "questa" classe politica ha raggiunto livelli altissimi. Tanto più perché la proposta del Governo (non solo relativamente ad un innalzamento da 3 a 7 anni delle pene, rispetto ai 2 – 5 previsti attualmente) toccherebbe anche un altro nervo scoperto: la mancata ratifica della Convenzione di Strasburgo, un altro triste primato su cui varrebbe la pena riflettere con serietà. E quanto possa influire la correlazione fra aumento delle pene – allungamento dei tempi della prescrizione (la vera angoscia di "qualcuno") è l'ennesima epifania di un "intero mondo al collasso", di un sistema ormai del tutto autoreferenziale, incapace di capire che "la terra sta tremando di nuovo". E non sarà certo il lato peggiore di questa politica a spazzare via il vento dell'antipolitica…

76 CONDIVISIONI
Immagine
A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views