Meno multe e meno poteri per gli ausiliari del traffico: la proposta di legge di Fi alla Camera
Gli ausiliari del traffico non potranno più fare multe, al di fuori di quelle per divieto di sosta. A prevederlo è una proposta di legge avanzata da Simone Baldelli, deputato di Forza Italia, che proprio in questi giorni verrà discussa alla Camera. Con il rischio, però, che la maggioranza decida di far slittare l’esame del provvedimento, rinviando l’approvazione già avvenuta in commissione (con voti favorevoli di Fi, Lega, M5s e Fdi). Ma in Aula la posizione della maggioranza è meno chiara e la richiesta di modifiche avanzata in commissione potrebbe anche tradursi in un rinvio. Ciò che la proposta di legge vuole evitare è la privatizzazione della multe, ovvero la possibilità per gli ausiliari del traffico (di ditte private) di elevare multe che vengono considerate illegittime. La proposta di Baldelli punta a limitare l’impiego degli ausiliari del traffico che potrebbero così sanzionare i guidatori solo in caso di violazione delle norme sulla sosta.
Un’iniziativa che si scontra con la volontà dell’Anci, l’associazione dei comuni italiani. Che sulle multe contano per far cassa. Secondo i comuni gli ausiliari, per esempio quelli delle aziende del trasporto pubblico, devono poter fare multe anche per chi parcheggia sul posto dei disabili, sulle strisce, sulle corsie degli autobus. Anche per non incoraggiare comportamenti irresponsabili. Ma come denuncia lo stesso Baldelli, il rischio è che alcuni comuni tendano ad esagerare. Il riferimento sembra essere soprattutto a Milano, dove – secondo quanto riporta il bilancio cittadino – su 330 milioni di euro per multe, circa 700mila verbali vengono firmati dagli ausiliari del traffico. Per un incasso annuo stimato attorno ai 30 milioni di euro. Secondo il deputato di Fi, però, la metà delle contravvenzioni è illegittimo: in 350mila casi gli ausiliari non sarebbero autorizzati a comminare multe. Per un totale di circa 15 milioni di euro. Ma, alla fine, nessuno contesta queste multe perché spesso un ricorso al giudice può costare persino più della sanzione stessa. Tanto vale pagare.
La proposta di legge di Simone Baldelli
La proposta di legge è stata depositata alla Camera nel giugno del 2018 dal deputato di Forza Italia e approvata in commissione a novembre 2018. L’iniziativa nasce dalla “necessità di stabilire un rapporto il più possibile corretto e chiaro tra amministrazioni e cittadini in relazione alle multe comminate dai dipendenti delle società concessionarie della gestione dei parcheggi e delle aziende esercenti il trasporto pubblico”. Con l’articolo 1 della proposta di stabilisce che ai “dipendenti delle società di gestione dei parcheggi non possono essere attribuite funzione di prevenzione e accertamento delle violazioni in materia di sosta, se non limitatamente alle aree oggetto di concessione”.
Per il personale del trasporto pubblico, invece, viene previsto che non possa avere “funzioni di prevenzione e accertamento delle violazioni in materia di circolazione e di sosta, se non limitatamente alle corsie e alle strade dedicate al trasporto pubblico, con esclusione della possibilità di estendere l’esercizio di tali poteri all’intero territorio cittadino”. Nel testo si ricorda che la Corte di Cassazione, nel 2016, “ha affermato che gli ausiliari del traffico dipendenti di concessionarie della gestione di aree parcheggi o di società per il trasporto pubblico possono fare multe solo per divieto di sosta e, più dettagliatamente, per contravvenzioni riguardanti parcheggi sulle strisce blu senza ticket o su quelle gialle se non autorizzati. Pertanto gli ausiliari del traffico possono intervenire solo in caso di violazione delle regole riguardo ai parcheggi a pagamento, così come gli ispettori delle aziende di trasporto pubblico possono intervenire solo per violazioni delle corsie riservate ai mezzi pubblici. Per altri tipi di infrazioni è necessaria la presenza di un vigile, altrimenti la multa è da considerarsi nulla”. L’obiettivo della proposta di legge è proprio quello di rendere una norma questa sentenza, individuando le “funzioni di prevenzione e accertamento” dei dipendenti delle società di parcheggio e del personale del trasporto pubblico.