Memorandum Italia-Libia, Roma chiede rilascio di donne e bambini detenuti in centri d’accoglienza
Il memorandum Italia-Libia cambia, ma non troppo. Dopo le aspre critiche da parte di chi chiedeva una sospensione dell’accordo tra i due Paesi, appena rinnovato, il governo italiano – attraverso il ministero degli Esteri – ha inviato il testo delle modifiche del Memorandum al governo libico. A riportare gli elementi principali di questo testo è il Redattore Sociale, che ricorda come si tratti di otto articoli che modificano il trattato di collaborazione tra Italia e Libia sul flusso dei migranti. Un accordo che ribadisce l’importanza del “controllo e della sicurezza dei confini libici, terresti e marittimi, per garantire la riduzione dei flussi nonché la lotta contro il traffico degli esseri umani”.
Gli aspetti essenziali del Memorandum Italia-Libia
Tra gli aspetti essenziali sottolineati nel Memorandum si parte dal controllo delle frontiere e dall’importanza di assicurare il rispetto dei diritti umani. In particolare, l’Italia e il governo di accordo nazionale libico si impegnano a proseguire la cooperazione, partendo da un obiettivo primario: arginare i flussi di immigrazione irregolare. L’Italia si impegna anche a sostenere i programmi di sviluppo nelle regioni interessate dal fenomeno e ribadisce il suo supporto agli organismi libici nelle operazioni di soccorso in mare e nel deserto.
La Libia, a sua volta, si impegna a controllare le frontiere, anche grazie agli equipaggiamenti forniti dalla stessa Italia e dall’Ue. Assicurando, inoltre, il rispetto del diritto internazionale. Le autorità libiche si assumono il compito di agevolare le attività delle organizzazioni delle Nazioni Unite per il supporto ai migranti durante i soccorsi in mare. L’attività libica riguarderà sia lo sbarco che l’assistenza in un momento successivo, nei centri di accoglienza.
I centri di accoglienza: Italia chiede rilascio donne e minori
Nel Memorandum si parla anche dei centri di accoglienza e si fa riferimento a quelli ufficiali. La Libia si impegna a migliorare la situazione nei centri, assicurando il rispetto dei diritti umani. Dai centri, in cui vengono ospitate persone in condizioni disumane, come testimoniato da varie inchieste, dovrebbero anche essere rilasciati i soggetti più vulnerabili, come donne e bambini, secondo quanto prevedono le modifiche al Memorandum chieste dall'Italia. Un altro impegno riguarda la chiusura dei centri che rischiano maggiormente di essere coinvolti in azioni militari. L’Italia, a sua volta, prende l’impegno di formare – in materia di diritti umani – il personale coinvolto nella gestione.
Le critiche di Orfini al Memorandum Italia-Libia
Tra i principali detrattori del Memorandum Italia-Libia c’è anche un esponente che fa parte della maggioranza: il deputato del Pd, Matteo Orfini. Che anche dopo aver letto le bozze delle modifiche non cambia idea e continua a criticare il governo. “Niente. Davvero niente di esigibile. Non cambierà nulla, o quasi – scrive su Facebook –. In più continueremo ad armare e legittimare chi viola sistematicamente i diritti umani. Una resa volontaria la nostra. Al punto che ancora una volta quei lager vengono chiamati "centri di accoglienza". Io non so se chi ha elaborato quel testo ne sia orgoglioso. Io me ne vergogno profondamente”.