Meloni vola al Consiglio Ue straordinario su Ucraina e riarmo, cosa decideranno i leader europei

Giorgia Meloni oggi sarà a Bruxelles per un Consiglio europeo straordinario, in cui i capi di Stato e di governo dell'Ue tratteranno i temi più ‘caldi' del momento: il sostegno all'Ucraina (sarà presente anche Volodymyr Zelensky) e il piano di riarmo europeo. Nonostante le richieste delle opposizioni, la presidente del Consiglio non è andata in Parlamento per annunciare e discutere la linea del governo in questo vertice: non è ancora del tutto chiaro, quindi, quali saranno le sue posizioni.
Ciò che è certo è che il confronto di oggi potrebbe essere uno dei più importanti nella storia recente europea, visto il momento internazionale in cui arriva. L'ordine del giorno ufficiale si apre con una citazione del presidente del Consiglio Ue Antonio Costa: "Stiamo vivendo un momento cruciale per l'Ucraina e per la sicurezza europea".
Si tratterà del primo Consiglio europeo ‘al completo' da quando Donald Trump, negli Stati Uniti, ha iniziato a seguire con decisione la propria linea sull'Ucraina: ovvero a forzare la mano per arrivare a una trattativa, che accolga le posizioni russe ben più di quelle ucraine. Da allora i leader europei si sono riuniti in modo sparso (un primo vertice a Parigi, un altro a Londra), ma mai tutti in contemporanea, fino a oggi.
L'Ue prova a trovare una posizione unica davanti a Trump
Un primo obiettivo fondamentale, quindi, sarà quello di stabilire una linea comune europea. Se non altro per presentarsi davanti al presidente degli Stati Uniti come un soggetto il più possibile compatto.
Da questo punto di vista, il presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron ha bruciato le tappe parlando ieri ai cittadini francesi: Macron ha ribadito che la Russia è una "minaccia", che bisognerà inviare truppe europee in Ucraina una volta raggiunta la pace – con o senza il sostegno degli Usa – e che la Francia è disposta a usare la deterrenza delle proprie armi nucleari per proteggere gli alleati europei.
Non sarà facile trovare una posizione comune, considerando che il leader francese ha già dettato una linea ‘forte' e che ci sono Stati come l'Ungheria e la Slovacchia che si oppongono con decisione. Il governo di Orbán è critico da tempo del supporto all'Ucraina, mentre il premier slovacco Robert Fico potrebbe chiedere delle garanzie – ad esempio – sul fatto che l'Europa intenda mantenere le forniture di gas russo, indispensabili per il suo Paese.
La bozza di accordo sull'Ucraina
Stando alla bozza di conclusioni su cui i leader lavoreranno, i punti da fissare dovrebbero essere alcuni paletti fondamentali. Innanzitutto, ad esempio, il Consiglio dovrebbe concordare che non ci possono essere trattative sull'Ucraina senza coinvolgere il governo ucraino. Un messaggio rivolto a Donald Trump e Vladimir Putin. In più, si dovrebbe aggiungere che i negoziati che riguardano la sicurezza europea non possono escludere l'Ue. Insomma, una richiesta di essere ammessi al tavolo.
Per quanto riguarda gli aspetti più specifici, i leader europei dovrebbero chiedere che una tregua o un cessate il fuoco in Ucraina scattino solo come prima parte di un processo che arrivi a un accordo di pace complessivo. Si vuole evitare, insomma, che il Paese finisca in una "tregua permanente" senza arrivare mai alla pace.
In più, qualunque accordo dovrebbe prevedere anche garanzie di sicurezza per l'Ucraina. Qui si torna alla presenza militare delle truppe Ue annunciata da Macron: il Consiglio non arriverà fino a pronunciare un ‘sì' o un ‘no' da questo punto di vista, ma si limiterà a dire che una garanzia deve esserci.
Infine, i leader dovrebbero impegnarsi a garantire un sostegno non solo politico, ma anche economico e militare a Kiev. Sempre nell'ottica che, se l'Ucraina è protetta, è meno probabile che la Russia scelga di invaderla nuovamente. Non si parla, invece, almeno per il momento, della possibilità di nominare un inviato dell'Ue per l'Ucraina.
L'inizio del dibattito sul riarmo
Se il capitolo Ucraina è complesso, non lo è di meno quello dedicato al riarmo. Il piano ReArm Eu promosso da Ursula von der Leyen prevede soprattutto un aumento della spesa militare dei singoli Stati, con qualche aiuto economico e fiscale da parte dell'Ue, e non un progetto più ampio che vada verso una vera e propria ‘difesa comune'.
Tuttavia, si tratta per adesso solo di un annuncio, quindi i leader europei non saranno chiamati a decidere nulla di specifico. E questo è un bene per il governo Meloni, che è ancora decisamente spaccato sulla possibilità di aumentare le spese militari.