Guerra in Ucraina

Meloni vola a Parigi al summit dei volenterosi: “Come proteggiamo nostri prodotti dai dazi? Con la diplomazia”

Giorgia Meloni domani sarà a Parigi al vertice dei volenterosi convocato da Macron. Ma prima di partire si è concessa un giro tra gli stand di ‘Agricoltura È’ a Roma. A chi le ha chiesto come si proteggono i prodotti agroalimentari italiani dai dazi di Trump, la premier ha risposto così: “Con la diplomazia”.
A cura di Annalisa Cangemi
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La presidente del Consiglio Giorgia Meloni volerà già questa sera a Parigi per partecipare domani al vertice dei cosiddetti ‘volenterosi', ma ci arriverà dopo aver incontrato oggi in una riunione questa mattina gli alleati di governo – anche se Antonio Tajani era fuori Roma e ha partecipato in videocollegamento – per discutere insieme della linea da tenere sull'invio in Ucraina di truppe di interposizione, un tipo di lavoro di solito svolto dai caschi blu dell'Onu negli scenari di guerra.

Le intenzioni di Meloni, nel difficile equilibrio tra la vicinanza all'Ue e la porta aperta sempre a Trump, sono state chiarite oggi: l'Italia lavora per arrivare a "garanzie di sicurezza solide ed efficaci", ma nel contesto della Nato e senza "alcuna partecipazione" a una eventuale forza militare sul terreno, almeno senza l'ombrello dell'Onu. Meloni be ha discusso oggi con i ministri Matteo Salvini e Guido Crosetto, e lo ripeterà domani al vertice di Parigi, voluto da Emmanuel Macron, che oggi pomeriggio ha già accolto all'Eliseo, per una cena di lavoro, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Meloni all'evento ‘Agricoltura E', tra selfie e arrosticini

Prima di partire però Meloni ha avuto il tempo di fare un giro gli stand di ‘Agricoltura È', una visita al villaggio allestito a Piazza della Repubblica a Roma per quasi un'ora, accompagnata dal ministro Francesco Lollobrigida, e dal ministro della Cultura Alessandro Giuli, tra selfie e qualche assaggio di arrosticini e gelato. Alla presidente del Consiglio è stato anche offerto del succo di melograno, presso lo stand della Calabria, e lei prima di berlo si è sincerata che non fosse alcolico perché, ha spiegato, "sono in Quaresima".

Alla premier poi è stato chiesto anche come sarà possibile tutelare i prodotti agroalimentari italiani dai dazi imposti da Trump. "Con la diplomazia", è stata la risposta. Il Made in Italy, ha sottolineato, serve "farlo conoscere" con iniziative come ‘Agricoltura È'.

Meloni non risponde sugli insulti di Donzelli al giornalista del Fatto

A chi invece ha provato a farle altre domande su altri temi, come il caso degli insulti di Giovanni Donzelli rivolti al cronista del Fatto Quotidiano, Giacomo Salvini, Meloni si è limitata a rispondere così: "Non ho voglia di fare dichiarazioni".

Come è andato il vertice di maggioranza e cosa si è deciso sulla difesa

Nella nota di Chigi, che è stata diffusa dopo la riunione di questa mattina, in vista del vertice sulla pace e la sicurezza dell'Ucraina in programma domani a Parigi, si legge dunque che "non è prevista alcuna partecipazione nazionale a una eventuale forza militare sul terreno".

Nella nota si specifica che è stato affrontato anche "il tema dell'attuazione e del monitoraggio del cessate il fuoco, su cui si sta facendo spazio un possibile ruolo delle Nazioni Unite, che il governo italiano sostiene da tempo". Dunque in caso di una missione Onu per il monitoraggio del cessate il fuoco, l'Italia potrebbe mettere a disposizione i suoi uomini.

Del resto Meloni lo aveva detto anche in Parlamento, prima del Consiglio europeo: la soluzione migliore per la premier sarebbe l'estensione dell'articolo 5 del Trattato Nato all'Ucraina, che permetta a Kiev una copertura pur senza l'adesione all'Alleanza. Sarebbe una proposta che, secondo Meloni, incontrerebbe il favore dei partner internazionali, anche se su questo non ci sono al momento certezze.

Il vertice di maggioranza di oggi è arrivato dopo le tensioni dei giorni scorsi, provocate dalla telefonata del vicepremier leghista con J.D. Vance, un colloquio telefonico che è apparso come una fuga in avanti, un modo per scavalcare il ministro degli Esteri Antonio Tajani. E proprio il titolare della Farnesina, nel mirino degli attacchi dei leghisti, si è trovato costretto a ribadire che la linea sugli esteri viene dettata da lui e dalla premier. Anche per queste ragioni, nel corso della riunione di questa mattina Meloni, secondo quanto riporta Askanews, avrebbe chiesto a Salvini di ‘abbassare i toni' e limitare le iniziative personali in politica estera, in modo da non indebolire la posizione dell'Italia ai tavoli internazionali, a partire da quello di domani.

L'Ufficio Stampa della presidenza del Consiglio, però, ha smentito categoricamente queste ricostruzioni. "In particolare, si precisa che il presidente Meloni non ha mai intimato ai vicepresidenti Tajani e Salvini di "abbassare i toni", come alcuni media hanno erroneamente riportato. L'incontro, come da Nota diffusa dopo la conclusione, ha al contrario confermato la salda convergenza dei leader sui temi trattati", ha rimarcato Palazzo Chigi.

In ogni caso l'esecutivo è ancora diviso sul tema del riarmo europeo. E il vero banco di prova potrebbe essere il voto delle mozioni sul piano di Ursula von der Leyen, ‘ReArm Europe', che potrebbe essere calendarizzato domani dalla Conferenza dei Capigruppo della Camera. Come si comporterà in questo caso il centrodestra? Darà prova di unità? O sarà solo l'ennesima occasione per Salvini per sperare di strappare un po' di consenso a Fdi?

In questo momento ci sono le mozioni di Azione (favorevole al riarmo) e quelle contrarie di Avs e M5s, che possono mettere in crisi il Pd, ma che obbligano anche la maggioranza scoprire le carte.

Cosa prevede la missione della "coalizione dei volenterosi" in Ucraina

In ogni caso domani Meloni sarà a Parigi, per discutere dell'avvio di una missione militare, sotto la guida di Francia e Regno Unito, denominata "coalizione dei volenterosi" (un gruppo di trenta Paesi, non solo europei) da inviare in Ucraina per garantire il rispetto di un'eventuale tregua.

Un'ipotesi sul tavolo prevedrebbe uno schema a quattro linee: la prima di caschi blu dell'Onu di Paesi non europei in un'area smilitarizzata al confine con la Russia; la seconda di soldati ucraini; la terza di forze militari europee e di altri "volenterosi"; la quarta, come backstop fuori dai confini ucraini, coperta dagli Usa.

Un piano ancora da definire, reso incerto anche dal necessario passaggio al Palazzo di Vetro (dove Russia e Cina siedono nel Consiglio di sicurezza) e dalle intenzioni di Donald Trump, che al momento sul progetto della coalizione guidata da Macron e Starmer non si è espresso. Ma una cosa è certa, Meloni domani dirà che l'Italia non partecipa con i suoi militari in questa fase.

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