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Elezioni politiche 2022

Meloni spiega il significato della fiamma nel simbolo di FdI: “Niente a che vedere col fascismo”

Giorgia Meloni risponde a Liliana Segre e si dice “fiera” della fiamma nel simbolo di Fratelli d’Italia in vista delle elezioni politiche del 25 settembre: “Nulla a che fare con il fascismo. Presidenzialismo? Ci batteremo”.
A cura di Ida Artiaco
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"Con rispetto e stima per la senatrice Segre: la fiamma nel simbolo di FdI nulla ha a che fare con il fascismo, ma è il riconoscimento del percorso fatto da una destra democratica nella nostra storia repubblicana. Ne andiamo fieri".

Giorgia Meloni spiega così in una lunga intervista al Corriere della Sera il significato della fiamma all'interno del simbolo di Fratelli d'Italia per le elezioni politiche del prossimo 25 settembre.

La polemica con Liliana Segre

La leader di FdI ha così risposto a Liliana Segre, che l'aveva invitata a "ripensarci. Cancellarla sarebbe un segnale più concreto di distanza dal fascismo, più delle parole", aveva detto la senatrice a vita.

Meloni si è detta stanca della polemica sulla permanenza nel simbolo del suo partito della fiamma tricolore che fu l'emblema del Movimento Sociale Italiano nato dalle ceneri del fascismo.

Meloni sul presidenzialismo

L'altro tema su cui Meloni insiste è quello del presidenzialismo.

"FdI si batterà per il presidenzialismo, il Pd lo considera un pericolo per la democrazia. E gli italiani sceglieranno".

Sulla polemica relativa al capo dello Stato, Meloni ha precisato che "non c'è nessuna dichiarazione di ostilità nei confronti di Mattarella.

Il dubbio su cosa possa accadere dopo l'approvazione di una riforma ci può stare, ma noi pensiamo che la cosa più naturale e logica sia che una riforma di questa portata, che cambia l'assetto dei poteri, entri in vigore non a governo in carica, ma nella legislatura successiva".

Secondo le leader di FdI è in corso da parte del Pd la "solita demonizzazione" che passa attraverso un'operazione di "cancel culture: nella Costituente ci fu un gran dibattito sul tema. Non c'è mai stato un tabù a discuterne".

L'idea del semi-presidenzialismo alla francese

L'idea di Meloni è quella di un sistema semi-presidenziale alla francese, che "Letta dovrebbe apprezzare peraltro", evidenzia.

E poi ricorda: "Anche nel 2013, quando al governo c'era Letta, praticamente tutto il Pd convergeva sulla proposta: da Veltroni, a Zanda a Finocchiaro a Prodi, a Bersani, perfino a Speranza! E oggi Renzi, non un esponente della destra, è favorevole".

Ha aperto, infine, all'ipotesi di una Bicamerale: "Se c'è volontà di collaborare, perché no?".

Poi ha concluso: "Se il Pd ne fa oggi un referendum, da una parte i buoni che vogliono tenere il sistema com'è e dall'altra i cattivi che vogliono il presidenzialismo, allora vedremo cosa scelgono gli elettori. Perché è la volontà popolare che conta".

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