Meloni si candida alle europee: perché si potrà scrivere solo “Giorgia” sulla scheda
Dal palco della conferenza programmatica di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni scioglie la riserva sulla sua candidatura alle prossime elezioni europee: sarà capolista in tutti i collegi. "Chiedo agli italiani di scrivere il mio nome, ma il mio nome di battesimo", ha detto Meloni, invitando i cittadini a esprimere il voto in suo favore scrivendo solo il nome di battesimo, invece del semplice cognome o di nome e cognome. È un'opzione che la legge prevede, purché sia dichiarata nella scheda.
L'indicazione non comporterebbe dunque il rischio di annullamento del voto perché nella lista del partito il nome della candidata sarà "Giorgia Meloni detta Giorgia". Grazie a questo escamotage sarò possibile indicare il solo nome di battesimo della presidente del Consiglio. Sui manifesti campeggia la scritta "Con Giorgia", e il suo nome potrà così comparire anche sulla scheda alle prossime elezioni europee dell'8 e 9 giugno.
Spiega il meccanismo anche l'esponente di Fdi e ministro Francesco Lollobrigida: "C'è la possibilità nelle elezioni di ogni tipo di dare all'elettore la scelta se mettere il nome per esteso oppure semplificarlo quando è chiarito in fase di presentazione di candidatura come è sostituibile il nome. Accade in tutte le elezioni, quindi ci sarà scritto ‘Giorgia Meloni detta Giorgia'. È una possibilità che la norma dà proprio per semplificare il concetto", ha detto il ministro dell'Agricoltura conversando con i giornalisti al termine della Conferenza programmatica di Fdi a Pescara. "In questo caso assume anche un valore differente perché Giorgia ha chiarito che la sua forza, credo riconosciuta da tutti, è che lei da militante, da cittadina, da presidente del Consiglio è rimasta una donna legata ai suoi valori, considerandosi una rappresentante del nostro popolo dal quale non intende distinguersi nemmeno con questioni di natura formale", ha aggiunto.
L'annuncio della premier, che era nell'aria, è arrivato al termine di un discorso di 73 minuti. Così Meloni ha chiuso la tre giorni della Conferenza programmatica del partito a Pescara, annunciando alla platea di militanti e dirigenti esattamente quello che volevano sentirsi dire, cioè che correrà per le elezioni europee scendendo in campo, candidandosi come capolista in tutte le cinque circoscrizioni. Lo faccio, ha detto, "perché voglio chiedere agli italiani se sono soddisfatti del lavoro che stiamo facendo in Italia e del lavoro che stiamo facendo in Europa".
"Io – ha detto ancora la presidente del Consiglio – sono e sarò sempre fiera di essere una persona del popolo" e "allora, se volete dirmi che ancora credete in me, mi piacerebbe che lo faceste scrivendo sulla scheda semplicemente Giorgia" perché "sarò sempre solo una persona alla quale dare del tu. Senza formalismi, senza distanze". La promessa è quello di fare campagna elettorale senza sottrarre "un solo minuto all'attività del governo".
Le reazioni
"La solita pappardella. O la solita Meloni, che sta al governo da un anno e mezzo ma ripete il copione pari pari come quando era all'opposizione. Più che a un comizio sembrava di assistere al tiro al piccione, visto che Meloni ha attaccato i burocrati (e fino a qua passi pure), gli ambientalisti, i pacifisti, la sinistra brutta sporca e cattiva, fino ad arrivare a Report, Ranucci e i giornalisti Rai, colpevoli di fare il proprio lavoro di ricerca della verità anche su capi di Stato esteri. Non è riuscita a dare mezza risposta agli italiani", ha scrito su Facebook Nicola Fratoianni dell'Alleanza Verdi Sinistra.
"E non è riuscita a dare mezza risposta agli italiani su quello che preoccupa di più: le liste d'attesa infinite, le corsie di ospedali piene di pazienti e sguarnite di medici, gli stipendi troppo bassi. Ma di contro ha insistito su quanto bisogna continuare a buttare soldi in armi. Per questo fa la truffa della finta candidatura alle Europee? Non sono stati in grado di cambiare una virgola sul Patto di stabilità e l'austerità, ma gli interessi delle lobby delle armi li curano bene. E non poteva essere diversamente visto che sul palco del suo partito c'erano allegri e sorridenti il presidente di Leonardo, azienda pubblica impegnata nel mercato delle armi, e il capo dell'Agenzia nazionale per la cybersicurezza. Più che candidata al Parlamento Ue, sembra piuttosto che Meloni pare intenzionata a portarci in una qualche guerra…".
"Giorgia Meloni chiede di votarla per le Europee ma sa perfettamente che non andrà al Parlamento Europeo. A lei non interessa contare davvero in Europa: le serve contarsi in Italia. Non è una statista, è un'influencer", è il commento su X del leader di Iv Matteo Renzi.
"‘Con Giorgia L'Italia cambia l'Europa': per una volta la premier ha ragione. Le abbiamo lasciato un'Italia che riportava a casa 209 miliardi del Pnrr per infrastrutture, investimenti, sanità. Nemmeno il tempo di arrivare a Bruxelles da premier, ha dato l'ok a un accordo con tagli da 13 miliardi l'anno che colpiranno le tasche degli italiani, i servizi, la sanità, le scuole con un'onda di austerità. Da "patriota" a Re Mida al contrario: quel che tocca distrugge. Fermiamola", ha affermato via social il leader Cinque Stelle Giuseppe Conte.
"Un'ora di discorso senza nemmeno nominare la sanità pubblica e le infinite liste d'attesa che si allungano per i suoi tagli. Senza nemmeno citare i salari bassi, la precarietà, la sicurezza sul lavoro di fronte a 1041 morti nel 2023. Giorgia Meloni è nel paese delle meraviglie, seppellisce i problemi sotto un fiume di retorica. "L'Italia è cambiata", dice lei. Purtroppo sì, ma in peggio, basta chiederlo alle persone, basta stare in mezzo alla gente. Il problema è che la Presidente del Consiglio si divide tra palazzo Chigi e la propaganda di TeleMeloni, ha perso il contatto con la realtà", ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein.
"Il duo sciagura dell'opposizione, ovvero Schlein e Conte, sente avvicinarsi il momento di un'altra sconfitta e anziché chiedersi perché gli elettori guardano al centrodestra, attaccano Giorgia Meloni. È pur vero che del loro sproloquiare nessuno sa cosa farsene, tanto meno gli Italiani, ma un po' di buon gusto non guasterebbe. Se non altro perché è stato il governo giallo-rosso a creare una voragine nei conti pubblici, con reddito di cittadinanza e Superbonus. In ogni caso, il duo sciagura continui pure a fare il peggio di se stesso: a dare il meglio ci penseremo noi, cambiando colore all'Europa dei burocrati e delle follie ambientaliste", ha detto Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera.