Zaki sarà a Bologna sabato, Meloni sente Al Sisi al telefono: “L’ho ringraziato, presto un incontro”
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha parlato al telefono con il presidente egiziano Al Sisi, "in particolare per ringraziarlo per la grazia concessa a Patrick Zaki, un gesto di grande importanza che è stato molto apprezzato in Italia", si legge in una nota di Palazzo Chigi. La telefonata "è stata anche un’occasione per approfondire alcuni temi bilaterali e per fare un punto in vista della Conferenza sullo sviluppo e migrazioni di domenica a Roma dove l’Egitto sarà rappresentato dal Primo Ministro Madbouly". Alla conferenza tra l'altro parteciperà anche il presidente tunisino Saied, con cui Meloni ha siglato un memorandum insieme alla Commissione europea domenica scorsa.
Durante la telefonata inoltre è "stato espresso l’auspicio da entrambi i leader di poter presto avere una occasione di incontro", conclude la nota. Il presidente egiziano, Abdel Fattah Al Sisi da parte sua ha evidenziato "l'importanza di rafforzare le relazioni strategiche e la cooperazione tra i due Paesi", secondo quanto ha riferito il portavoce della presidenza egiziana, Ahmed Fahmi.
"Continuare il coordinamento e la consultazione con l'Italia" su vari dossier di interesse reciproco, dalla sicurezza all'economia, con l'obiettivo di "contribuire a mantenere sicurezza e stabilità in Medio Oriente, nel Mediterraneo e nel continente africano", ha detto ancora il presidente egiziano nel corso del colloquio telefonico avuto con la premier Meloni
La decisione di Al Sisi è stata presa dopo la condanna a 3 anni di carcere dello studente egiziano, iscritto all'Università di Bologna, dove si è laureato a distanza con 110 e lode lo scorso 5 luglio. La sentenza della corte speciale, che aveva condannato l'attivista per ‘diffusione di notizie false' per alcuni articoli scritti sui social, non era appellabile, e Zaki era stato arrestato immediatamente nell'aula del tribunale. Dei 3 anni, avrebbe dovuto scontare in prigione ancora 14 mesi.
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha ribadito più volte che per raggiungere questo risultato, su cui ha lavorato molto la diplomazia italiana, non c'è stato "nessun baratto" e "nessuna trattativa sottobanco": "Il governo è stato in grado di far tornare un giovane che rischiava di stare ancora un po' di tempo in carcere", ha detto Tajani, smentendo qualsiasi collegamento con il caso di Giulio Regeni: "Siamo persone serie, non facciamo baratti di questo tipo".
Zaki sarà in Italia sabato 22 luglio
Dopo la sentenza erano arrivati al governo egiziano diversi appelli per la concessione della grazia, sia da parte del governo italiano che di quello degli Stati Uniti. Il ricercatore è stato quindi rilasciato in mattinata dalle autorità egiziane e ha potuto così riabbracciare i familiari, la madre, la fidanzata, la sorella e il padre. Oggi il giovane è stato all'ambasciata italiana e ha avuto un colloquio con l'ambasciatore Quaroni: nel corso del colloquio lo studente egiziano avrebbe espresso "grande apprezzamento" per l'operato del governo italiano e in particolare per l'impegno personale della presidente del Consiglio Giorgia Meloni e del ministro degli Esteri Tajani.
Ora è impaziente di tornare in Italia, a Bologna. "È una comunità di cui mi sento parte", ha detto subito dopo il rilascio. E finalmente potrà fare ritorno nella città che lo ha accolto e lo ha sostenuto in tutti questi mesi: "Sto programmando di essere lì a Bologna sabato mattina arrivando a Milano: da Milano mi sposterò a Bologna", ha detto il giovane ai giornalisti uscendo dall'ambasciata italiana al Cairo.
"Ero qui per consegnare il mio passaporto", ha aggiunto Zaki senza precisare su quale volo di linea viaggerà per rientrare in Italia. "L'ambasciatore è venuto a salutarmi", ha sottolineato riferendosi a Michele Quaroni.
"Sarò a Bologna solo due settimane, poi tornerò in Egitto a causa del mio matrimonio a settembre", ha spiegato ancora Zaki. "Devo fare alcune cose qui – ha aggiunto -, sarò a Bologna due settimane per incontrare i miei amici, i miei professori, tutte le persone che mi mancano in Italia. Dopo il matrimonio in Egitto sicuramente tornerò in Italia per riprendere i miei studi e la mia vita a Bologna".
"Ringrazio di cuore le organizzazioni della società civile, i partiti, le forze politiche e i personaggi pubblici che hanno chiesto il mio rilascio e quello di tutti i prigionieri di opinione. Ringrazio anche il Governo, il Parlamento italiano, la Presidente del Consiglio e il ministro degli Esteri che mi hanno sostenuto durante tutto il periodo di reclusione e il processo solo per essermi laureato in un'università italiana, pur non essendo cittadino italiano", ha scritto in un post sui social Patrick Zaki.
"Sono felice che il calvario iniziato da febbraio 2020 sia finito. Spero che il calvario per tutti i prigionieri egiziani finisca al più presto e che questo sia l'inizio di una svolta. Sono molto emozionato di tornare a Bologna per la prima volta dopo 4 anni in una breve visita per qualche giorno per incontrare colleghi, professori e amici. Soprattutto vorrei trascorrere una breve vacanza con la mia adorabile fidanzata prima di tornare in Egitto per finire di preparare la nostra casa e i preparativi per il matrimonio il prossimo settembre. Oggi sono stato all'ambasciata italiana per chiedere il visto. Dovrei arrivare a Bologna sabato mattina. Grazie per il vostro sostegno e la vostra preoccupazione".