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News sul salario minimo in Italia

Meloni ringrazia Brunetta e Cnel: “Salario minimo non è la soluzione contro il lavoro povero”

Sul salario minimo Giorgia Meloni cerca di chiudere il dibattito: “Non è lo strumento adatto contro il lavoro povero e le basse retribuzioni”. Il governo si muoverà “nel minor tempo possibile”, e ascolterà anche “i suggerimenti che arriveranno dall’opposizione”. Ma continuerà a essere contrario alla paga minima legale di 9 euro l’ora.
A cura di Luca Pons
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Renato Brunetta è stato ricevuto a Palazzo Chigi e ha consegnato a Giorgia Meloni – che lo ha ringraziato – il rapporto preparato dal Cnel sul salario minimo. Poi, per la prima volta da settimane, Meloni è tornata a parlare del tema, cercando di chiudere la questione: "Un salario minimo orario stabilito per legge non è lo strumento adatto a contrastare il lavoro povero e le basse retribuzioni".

Era stata proprio la presidente del Consiglio a ‘commissionare' il testo al Cnel, a metà agosto, dopo aver ricevuto le opposizioni unite (tranne Italia viva di Matteo Renzi) per discutere la loro proposta: il salario minimo legale fissato a nove euro l'ora. Due mesi dopo, il Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro ha fatto ciò che molti si aspettavano e che Meloni probabilmente aveva sperato: ha bocciato sostanzialmente la proposta, sostenendo che un salario minimo legale non è la soluzione adatta e che bisognerebbe, invece, puntare ad allargare i benefici della contrattazione collettiva.

Non a caso il testo è stato molto divisivo anche all'interno del Cnel: i voti favorevoli sono stati 39, ma i contrari 15. Tra di loro anche i sindacati Cgil, Uil e Usb. Le opposizioni si sono scagliate contro la strategia del governo: "Meloni sul salario minimo non ci ha messo la faccia, ha rimandato la palla al Cnel di Brunetta e oggi si compie il delitto perfetto", ha detto Giuseppe Conte. Secondo Elly Schlein, "il tentativo di affossare la proposta di salario minimo delle opposizioni è miseramente fallito", perché il voto diviso sul testo finale "indebolisce fortemente" le conclusioni del Cnel.

Meloni, commentando con una nota, ha però fatto capire che invece il rapporto del Cnel sarà proprio la base su cui il governo e la maggioranza di centrodestra costruiranno il loro ‘no' in Parlamento al salario minimo: "Ringrazio il presidente Brunetta e tutti i consiglieri del Cnel per il puntuale e celere lavoro svolto", ha detto, sottolineando che  "dall’analisi tecnica ricevuta emerge" in Italia "la contrattazione collettiva copre oltre il 95% dei lavoratori del settore privato", anche se questo dato non tiene conto del "lavoro agricolo e domestico"

Per questo, ha concluso, "si evince che un salario minimo orario stabilito per legge non è lo strumento adatto a contrastare il lavoro povero e le basse retribuzioni. Come sottolineato dal Cnel, occorre piuttosto programmare e realizzare, nell’ambito di un piano di azione pluriennale, una serie di misure e interventi organici".

Su questi interventi organici contro "il lavoro povero e i salari bassi che affliggono l’Italia ormai da diversi decenni" – interventi al momento ancora da specificare – il governo intende agire "nel minor tempo possibile, tenendo in massimo conto le indicazioni e i suggerimenti formulati nel documento dalle rappresentanze delle forze sociali presenti nel Cnel e di quelli che arriveranno dall’opposizione". A parole quindi Meloni ha incluso anche la minoranza sul tema del lavoro povero. Nei fatti, però, ha fatto intendere che sulla proposta del salario minimo legale non intende cambiare idea, soprattutto adesso che ha il Cnel ‘dalla sua'.

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