Meloni replica a Schlein: “Trump non può essere nostro alleato? I dazi possono essere un’opportunità”

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in una lunga intervista al Corriere della sera, risponde anche alle critiche avanzate dalla leader del Pd Elly Schlein, sulla gestione delle trattative sui dazi.
"Nella dichiarazione congiunta che abbiamo firmato con il presidente Trump si fa riferimento alla zona economica speciale che il governo italiano ha istituito nelle otto Regioni del Mezzogiorno, e che rende molto vantaggioso investire nel Sud Italia. Ma in ogni caso, io penso che la sfida posta dagli Stati Uniti possa essere anche per noi un'opportunità".
Si tratta di "metterci in discussione, di agire, di tornare al primato della politica, costringere l'Europa alla scossa della quale ha bisogno. Per troppi anni siamo stati seduti sulle nostre certezze, abbiamo legato le nostre imprese e i nostri tessuti produttivi con vincoli burocratici sempre più invasivi, abbiamo affrontato le transizioni con un approccio ideologico che non teneva conto della tenuta sociale, non siamo stati al passo sull'innovazione. Non possiamo più permettercelo. Da una grande sfida possono arrivare risultati insperabili. Sta a noi essere all'altezza del compito, stare al passo".
"Quando la leader del Pd dice che ‘Trump non può essere un nostro alleato', cosa intende esattamente? Che rompiamo i rapporti di alleanza di 70 anni e usciamo dalla Nato? Perché capisco gli slogan, ma poi bisogna anche essere conseguenti. Io non penso che le nostre alleanze fondamentali con i Paesi partner cambino in base a chi vince le elezioni. Evidentemente la sinistra sì. E in fondo non mi stupisce: per noi l’interesse nazionale viene prima di ogni cosa, per altri prevale l’appartenenza ideologica", ha aggiunto. "Anche di me si dice che spacco in due l’Italia, e non è vero. E a dirlo, guardi un po’, sono gli stessi le cui valutazioni trovo francamente superficiali e infantili", ha detto rispondendo a una domanda sul suo rapporto stretto con un presidente che spacca in due non solo l'America ma anche il Mondo.
La leader del Pd Elly Schlein aveva incalzato la premier Meloni, in un'intervista su La7, dicendo che sui dazi la premier "avrebbe dovuto scegliere l'Italia e l'Unione europea" e invece "ha scelto di fare spallucce e minimizzare per non entrare mai in contraddizione con il suo amico Donald Trump".
"Questa guerra commerciale è solo sospesa", ha ricordato Schlein, aggiungendo che "i dazi hanno fatto danni ancora prima di entrare in vigore".
"Sono convinta che ce la faremo" a costruire un'alternativa, "non possiamo essere gli unici a sentire la responsabilità di battere questo governo. Sono convinta che riusciremo a costruire un'alternativa. La somma delle forze di opposizione è vicina alle percentuali del governo, la partita è aperta Meloni fa bene a sentire il fiato sul collo", aveva detto ancora Schlein su LA7 a ‘In altre parole' rispondendo a Massimo Gramellini, lanciando la sfida alla leader del centrodestra.
Meloni ha anche spiegato che "è necessario rinsaldare l’Alleanza atlantica non solo militarmente, e in questo dico che è giusto che l’Europa contribuisca in maniera più marcata alla propria sicurezza, perché o ci si difende anche da soli o non si può pensare di essere al sicuro in un mondo che cambia a velocità a vertiginosa. E penso che serva riavvicinare Usa e Ue, anche perché nel frattempo altre potenze si stanno facendo avanti per prevalere negli equilibri mondiali, e non credo convenga né all’Europa né agli Usa che accada".
Cosa ha detto Meloni sull'incontro con Trump alla Casa Bianca
Quello con Donald Trump alla Casa Bianca – ha aggiunto – "è stato un confronto franco e a tutto campo. Non c’è dubbio che i nostri rapporti personali siano molto buoni, questo sicuramente ha facilitato le cose. Siamo due leader che si rispettano e si capiscono, anche quando non sono completamente d’accordo. Posso dire che non è stato facilissimo affrontare il tema dei rapporti con l’Europa, e della convenienza reciproca nel tenere i rapporti saldi, perché l’immagine che prevale è quella di un’Unione europea come blocco consolidato di burocrazie. Ci sarà molto da lavorare su questo".
Meloni ha, quindi, sottolineato: "Penso che sia nella vocazione dell’Italia lavorare per avvicinare il più possibile le due sponde dell’Atlantico per rafforzare l’Occidente, inteso come civiltà e non come semplice spazio geografico o insieme di interessi. Non sarà facile, perché ci sono punti di vista differenti su alcune questioni, ma affrontando quelle questioni nel concreto penso che si possano fare importanti passi in avanti".
Sull'incontro tra Trump e i vertici europei che potrebbe tenersi a Roma, prima del vertice Nato di giugno, per proseguire la trattativa sui dazi, Meloni ha spiegato: "Penso che man mano che si lavora a livello tecnico per capire i margini di un possibile accordo, si avvicini anche la possibilità di un incontro politico". E ancora: "Non abbiamo mai dato una data. Ci stiamo lavorando, ma ovviamente non dipende solo da noi. Perché gli incontri portino a risultati serve tempo, bisogna prepararli accuratamente, non devono essere formali, ma sostanziali. Oggi i tempi non sono ancora maturi. Certo, c’è la sospensione dei dazi di 90 giorni, ci sono scadenze, ma a me interessa portare a casa un accordo vero che serva all’Italia in primo luogo, come all’Europa e agli Usa. Senza fretta, ma ben fatto".
Meloni annuncia un provvedimento per il 1 maggio
"In vista del Primo Maggio stiamo lavorando a qualcosa di estremamente importante per i lavoratori, cioè la loro sicurezza. Pensiamo a degli interventi concreti per la sicurezza sul lavoro, perché è inaccettabile che ogni giornata sia scandita da morti e infortuni. Metteremo a disposizione importanti risorse che intendiamo utilizzare confrontando le nostre proposte con quelle dei sindacati e delle associazioni datoriali. Valuteremo insieme cosa è più utile per la sicurezza dei lavoratori", ha annunciato la premier al Corriere.