25 aprile, Meloni con Mattarella all’Altare della Patria: “Con la fine del fascismo tornò la democrazia”
Giorgia Meloni passa la mattinata del 25 aprile insieme a Sergio Mattarella e alle più alte cariche istituzionali a Piazza Venezia. Il presidente della Repubblica, dopo essere arrivato all'Altare della Patria, ha reso omaggio alla tomba del Milite Ignoto, il simbolo di tutti i caduti in guerra, per celebrare la Festa della Liberazione.
Il post di Giorgia Meloni per il 25 aprile
"Nel giorno in cui l’Italia celebra la Liberazione, che con la fine del fascismo pose le basi per il ritorno della democrazia, ribadiamo la nostra avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari", ha scritto Meloni su un post, pubblicando una foto della cerimonia. "Quelli di ieri, che hanno oppresso i popoli in Europa e nel mondo, e quelli di oggi, che siamo determinati a contrastare con impegno e coraggio. Continueremo a lavorare per difendere la democrazia e per un’Italia finalmente capace di unirsi sul valore della libertà. Viva la libertà!".
Mattarella ha ascoltato l'inno nazionale, per poi intrattenersi brevemente con Meloni e i presidenti di Camera e Senato, Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa. Era presente anche il presidente della Corte costituzionale, Augusto Barbera. Il capo dello Stato ha salutato i vertici militari e il ministro della Difesa, Guido Crosetto, per poi rientrare al Quirinale. A differenza degli anni scorsi, questa volta non c'era alcun pubblico alla commemorazione. Il motivo? Il gigantesco cantiere per la metropolitana di Roma al centro della piazza.
Le parole di Mattarella: "Liberazione è ricorrenza fondante"
"Intorno all'antifascismo è possibile e doverosa l'unità popolare, senza compromettere d'altra parte la varietà e la ricchezza della comunità nazionale, il pluralismo sociale e politico, la libera e mutevole articolazione delle maggioranze e delle minoranze nel gioco democratico", ha detto Mattarella, citando le parole di Aldo Moro pronunciate nel 1975 durante le commemorazioni di questa giornata. Per poi proseguire: "Il 25 aprile è per l'Italia una ricorrenza fondante: la festa della pace, della libertà ritrovata, e del ritorno nel novero delle nazioni democratiche. Quella pace e quella libertà, che – trovando radici nella resistenza di un popolo contro la barbarie nazifascista – hanno prodotto la Costituzione repubblicana, in cui tutti possono riconoscersi, e che rappresenta garanzia di democrazia e di giustizia, di saldo diniego di ogni forma o principio di autoritarismo o totalitarismo".
"A differenza dei loro nemici, imbevuti del culto macabro della morte e della guerra, i patrioti della Resistenza fecero uso delle armi perché un giorno queste tacessero e il mondo fosse finalmente contrassegnato dalla pace, dalla libertà, dalla giustizia. Oggi, in un tempo di grande preoccupazione, segnato, in Europa e ai suoi confini, da aggressioni, guerre e violenze, confidiamo in quella speranza", ha aggiunto il capo dello Stato.
Le tensioni nei cortei a Roma
Nel frattempo, a qualche chilometro dal centro, è salita alle stelle la tensione al corteo di piazzale Ostiense. Presenti sia i movimenti pro-Palestina, che i rappresentanti della comunità ebraica: i primi avevano organizzato una manifestazione antifascista e contro ogni genocidio della storia, i secondi volevano posare una corona di fiori ai caduti della brigata ebraica. Subito però sono iniziati i fischi e gli insulti. E poi qualche petardo è stato lanciato.