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Meloni parla alla Camera e attacca i giudici: “Su migranti sentenze ideologiche che bloccano rimpatri”

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, parlando alla Camera in vista del Consiglio europeo del 19 e 20 dicembre, non ha risparmiato attacchi ai giudici in materia di migrazioni, soprattutto sui centri in Albania. Ha citato anche i conflitti in Ucraina e in Medio Oriente, chiudendo con una polemica sul settore dell’automotive.
A cura di Luca Pons
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La presidente del Consiglio Meloni è intervenuta alla Camera per le comunicazioni di rito in vista del Consiglio europeo del 19 e 20 dicembre. Il Consiglio che si svolgerà a Bruxelles sarà il primo sotto la nuova presidenza del portoghese Costa. La premier ha toccato i temi principali del summit, dall'Ucraina a Gaza e alla Siria. Poi è tornata a parlare di migranti, e ad attaccare le sentenze dei tribunali italiani sui centri in Albania: stavolta, mettendo in mezzo anche la Corte di giustizia europea.

Le parole della premier contro i giudici: "Provvedimenti dal sapore ideologico"

La "lotta al traffico di essere umani resta fondamentale", ha detto. "Il lavoro svolto finora per rafforzare il rapporto con Tunisia e non solo ha contributo a ridurre i flussi", e ancora: "Continuare in questa direzione è l'unico modo per contenere gli arrivi irregolari, diminuire le tragedie nel Mediterraneo, rendere più sicuri i confini esterni dell'Ue".

Da qui è poi passata alle normative europee a cui i giudici italiani si sono richiamati per non convalidare il trattenimento delle persone detenute in Albania. Innanzitutto, "consideriamo improcrastinabile una revisione della direttiva Rimpatri", ha affermato la premier, "e un'accelerazione della Commissione sulla revisione del concetto di Paese terzo sicuro".

Allo stesso modo – e questa è la richiesta più pressante avanzata da Meloni – "è importante anticipare quanto previsto dal nuovo Patto sulla definizione di Paese di origine sicuro, anche per fare chiarezza definitiva su un argomento oggetto di provvedimenti giudiziari dal sapore ideologico, che se fossero sposati dalla Corte di giustizia europea rischierebbero di compromettere, almeno fino all'entrata in vigore delle nuove regole europee nel 2026, le politiche di rimpatrio di tutti gli Stati membri". Un attacco simile a quello – infondato – già lanciato negli scorsi mesi.

Sarebbe una prospettiva "preoccupante e inaccettabile, che bisogna prevenire con determinazione", ha aggiunto. Per quanto riguarda i centri in Albania, "voglio ribadire anche in quest'Aula che intendiamo andare avanti nell'attuazione di questo protocollo nel pieno rispetto della legge italiana e delle norme europee".

La richiesta di aumentare le spese militari

In tema di politica internazionale, Meloni ha parlato della necessità di investire di più in spese militari: "Discuteremo anche sul rapporto sul rafforzamento della preparazione civile e militare europea in materia di pronto intervento", preparato dal premier finlandese, ha detto Meloni. È necessario moltiplicare gli sforzi per assicurare al'Ue una maggiore preparazione in tutti i settori di riferimento, per rafforzare le nostre capacità di reazione e garantire la nostra sicurezza in qualsiasi scenario".

In generale, l'Europa "non può prescindere da un comune impegno per rafforzare la propria difesa" e "deve puntare ad avere un ruolo maggiore nella Nato". Se necessario, anche cercando "soluzioni innovative per garantire fondi adeguati agli investimenti necessari, come emettendo obbligazioni europee per gli investimenti nella difesa".

Ucraina, Meloni: "Italia impegnata per la ricostruzione"

Sull'Ucraina, "l'Italia ha ribadito in ogni occasione internazionale il proprio sostegno alla legittima difesa da parte dell'Ucraina della propria integrità territoriale. Durante la nostra presidenza del G7 abbiamo raggiunto accordo per linea di credito a Kiev da 50 miliardi di dollari, garantita da beni russi congelati in Europa".

Oggi, "la fine della guerra e la costruzione di una pace giusta, complessiva e duratura rimane il nostro obiettivo, perché interesse vitale dell'Italia e dell'Europa il mantenimento di un sistema di regole internazionali. Non c'è alcuna convenienza per noi a vivere in un mondo basato sulla forza delle armi e della sopraffazione". E ha ricordato la conferenza sulla ricostruzione dell'Ucraina, che si svolgerà in Italia il 10 e 11 luglio 2025: "Un evento per cui conto sul sostegno di tutte le forze politiche".

Governo italiano "pronto a interloquire" con nuove autorità in Siria

In Medio Oriente, e in particolare in Siria, "la caduta del regime di Bashar al Assad è una buona notizia, giustamente celebrata dalla popolazione siriana. Le forze ribelli che si sono affermate sono eterogenee, c'è preoccupazione per il futuro della nazione. L'Italia, unica nazione del G7 con ambasciata aperta a Damasco, è pronta a interloquire".

Infine, Gaza: "Occorre mantenere alta l'attenzione. Rinnoviamo la forte richiesta di un cessate il fuoco, basato sul non più rinviabile rilascio degli ostaggi israeliani detenuti da Hamas e sulla fornitura di sostegni umanitari adeguati a Gaza. Il nostro obiettivo in prospettiva è contribuire a stabilizzazione e alla ricostruzione materiale e sociale della Striscia. Dobbiamo lavorare per la ripresa di un processo politico giusto e credibile, verso una soluzione a due Stati che garantisca a palestinesi e israeliani sicurezza e mutuo riconoscimento".

In conclusione, la premier ha toccato un altro tema che non sarà discusso al Consiglio europeo: l'automotive. In particolare, ha ribadito la posizione contraria alla transizione ecologica: "Chiediamo nell'immediato la sospensione delle multe verso le case produttrici di automobili" che non rispettano le norme per lo spostamento verso l'elettrico, "che stanno già causando la chiusura di stabilimenti per evitare proprio queste sanzioni".

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