Meloni non chiude lo scontro governo-magistrati, Anm: “Inaccettabili accuse di sovversione”
Le parole di Giorgia Meloni non sono servite a ridurre le tensioni con la magistratura, anzi. Nella conferenza stampa al termine del vertice Nato a Vilnius, la presidente del Consiglio ha preso le distanze dall'intervento di Ignazio La Russa – sul caso delle accuse di violenza sessuale rivolte al figlio – ma sulle altre due inchieste che stanno agitando il suo governo non ha fatto passi indietro.
Sul sottosegretario Delmastro e la ministra Santanchè, Meloni ha detto che "non c'è nessun conflitto con la magistratura", aggiugendo "sicuramente non da parte mia". Ma ha anche detto di riconoscersi nella nota anonima che una settimana fa aveva apertamente accusato parte della magistratura di fare opposizione al governo in vista delle elezioni europee del 2024.
La replica è arrivata ancora una volta dall'Associazione nazionale magistrati (Anm). Oggi il presidente Giuseppe Santalucia, parlando alla Stampa, ha detto che "le ferite restano profonde, perché con una nota anonima, rivendicata, si è accusata la magistratura di collusione sovversiva con una fazione della politica. Ma colgo nelle parole della premier anche incoraggianti spunti di dialogo".
Ci sarebbe un "passo avanti" per Santalucia, cioè che la presidente del Consiglio "dica di non volere uno scontro con la magistratura e di voler fare le riforme non contro di noi, ma con il nostro contributo". Tuttavia la nota resta, ed è stata tutt'altro che smentita: "Quella nota gettava una cattiva luce sulla magistratura, accusandola di partigianeria politica che equivale a un tradimento della funzione costituzionale. Un'accusa di sovversione, inaccettabile".
Al Corriere della sera, il segretario generale dell'Anm Salvatore Casciaro ha affermato che l'associazione è "disponibile" a "una piena collaborazione". Ma ha anche ricordato il motivo delle proteste negli scorsi giorni: "Quello che ha destato in noi preoccupazione è stata la presa di posizione assunta su un atto della giurisdizione in cui il giudice ha solo esercitato il suo ruolo dimostrando terzietà".
Oggi Giorgia Meloni incontrerà il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. L'incontro è fissato alle 17, poche ore dopo il ritorno da Vilnius. È probabile che si parlerà anche di giustizia. Proprio ieri, al Quirinale – a sorpresa, secondo i commentatori – sono stati convocati la prima presidente e il procuratore generale della Corte di Cassazione, Margherita Cassano e Luigi Salvato.
Ieri, le opposizioni hanno nuovamente attaccato. La segretaria del Pd Elly Schlein ha definito le parole di Meloni "contraddittorie", dicendo che "ci sono due Meloni. Una che rivendica con orgoglio le note di Palazzo Chigi che accusano la magistratura di fare opposizione. E l’altra che nega qualsiasi scontro con la magistratura". Stefano Patuanelli, capogruppo del M5s in Senato, ha dichiarato che la presidente del Consiglio "ha superato il limite dell'ipocrisia". Da Sinistra italiana il segretario Nicola Fratoianni ha scherzato che "arrampicarsi sugli specchi non può essere uno sport estivo", mentre Angelo Bonelli dei Verdi ha sottolineato che "l'attacco ai magistrati è partito da Palazzo Chigi".
Anche il vicesegretario leghista Andrea Crippa, in un'intervista all'Huffington Post, si è smarcato dalla polemica (d'altra parte i casi giudiziari in questione hanno coinvolto tutti esponenti di Fratelli d'Italia): "La Lega chiede di abbassare i toni. Basta scontri e polemiche. Tanto più che non vedo un complotto dei magistrati contro il governo".