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Meloni: “Migranti vanno fermati prima che scatti obbligo di soccorso in acque internazionali”

Bisogna fermare i migranti “quando sono ancora nelle acque del Paese di partenza, perché in acque internazionali diventa impossibile fermarli perché c’è l’obbligo di soccorso”. Lo dice Giorgia Meloni nell’ultimo libro di Bruno Vespa.
A cura di Annalisa Girardi
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Giorgia Meloni non legge gli articoli di giornale che la riguardano, indipendentemente che ne parlino bene o male. "Non leggo niente per non essere condizionata. Non ho padroni, non ho niente da restituire. Mi fido solo della mia coscienza e mi interessa solo il giudizio degli italiani", dice la presidente del Consiglio, in un estratto del nuovo libro di Bruno Vespa – "Il rancore e e la speranza" – di cui alcune anticipazioni sono trapelate alla stampa. Meloni si concentra sulla politica estera, affermando che negli anni l'Italia si sia sempre trovata "a inseguire gli altri per essere certa di non sbagliare" e che il suo obiettivo sia invece quello di rendere il nostro Paese "una nazione leader".

Secondo la leader di Fratelli d'Italia il suo governo starebbe già portando a casa dei risultati. E ricorda il vertice del Cairo, sulla crisi in Israele, dove era l'unica leader del G7 presente. "Qualcuno me l'aveva sconsigliato, invece i Paesi arabi, a cominciare dal presidente egiziano al-Sisi, hanno apprezzato moltissimo questo coraggio", sottolinea. Sul presidente statunitense Joe Biden Meloni racconta: "Mi ci intendo bene. Quando non sono d'accordo, glielo dico, perché sei utile, e sei amico, se dici le cose come stanno. Con Ursula von der Leyen lavoro bene, con il primo ministro britannico Sunak siamo diventati amici. Ma anche con molti leader mediorientali e con il primo ministro indiano Modi. In India è scoppiata la ‘Melodimania'. Alla fine ho scoperto di avere follower anche tra gli indiani".

Particolare attenzione, almeno a quanto emerge dagli estratti, è dedicata anche al tema dei flussi migratori. "Ho promesso che avrei bloccato l'immigrazione irregolare, ci ho lavorato e ci lavoro molto. E posso dire, in cuor mio, che sono certa che se non avessi fatto l'enorme lavoro che ho fatto, soprattutto a livello diplomatico, i numeri degli ingressi sarebbero stati molto più alti", dice. Per poi aggiungere: "Quando si chiude una rotta, se ne apre subito un'altra. Appena rallenta l'ondata tunisina, cresce quella libica.  Kais Saied fa quello che può, ma gli entrano in casa 6000-7000 africani al giorno".

Meloni rilancia il blocco navale, o meglio "una missione navale europea in accordo con le autorità del Nord Africa" per un "pattugliamento congiunto" che fermi i migranti "quando sono ancora nelle acque del Paese di partenza, perché in acque internazionali diventa impossibile fermarli perché c'è l'obbligo di soccorso". Su questo punto la presidente del Consiglio dice di essere "ancora al lavoro". 

Infine Meloni commenta la riforma costituzionale, sottolineando che "abbiamo voluto lasciare inalterati i poteri del presidente della Repubblica come elemento di garanzia assoluta".

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