Meloni in Aula attacca Conte sul Mes: “Lavorò con il favore delle tenebre, lo spieghi agli italiani”

L’impegno a ratificare la riforma del Mes è arrivato dal governo Conte dopo che aveva già dato le dimissioni. Lo ha ribadito Giorgia Meloni in Aula, con toni accesi, attaccando il leader del Movimento 5 stelle e accusandolo di aver lavorato con il “favore delle tenebre”.
A cura di Luca Pons
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Dall'Aula di Montecitorio, dopo il suo intervento in vista del Consiglio europeo del 14-15 dicembre, Giorgia Meloni ha attaccato duramente Giuseppe Conte e il suo governo. Il tema è stato quello del Mes: rispondendo a diverse richieste di chiarezza arrivate dai parlamentari dell'opposizione, la presidente del Consiglio ha preso la parola ripercorrendo la storia della riforma del Mes. Per concludere che Conte, quando lo sottoscrisse, lavorò "con il favore delle tenebre", citando una dichiarazione del leader del M5s quando era presidente del Consiglio.

"Se l'avessero ratificato i miei predecessori non saremmo in questa situazione", ha detto Meloni, che poi ha iniziato a ricostruire i passaggi della vicenda: "Leggendo un'intervista alla segretaria del Pd Elly Schlein ho pensato: ma noi quando abbiamo approvato la riforma del Mes? Quando ci siamo impegnati a ratificarla?". La leader di Fratelli d'Italia ha ricordato: "Nella scorsa legislatura, l'unico indirizzo del Parlamento italiano sul Mes risale al 2019, durante il governo Conte: il Parlamento impegnò il governo a non ratificare la modifica del trattato".

Da allora non ci furono altri passaggi in Parlamento, ha ricordato Meloni, che poi ha proseguito con tono polemico: "Il presidente Conte durante la pandemia ne parlò in una delle sue conferenze stampa a reti unificate, una di quelle in cui diceva agli italiani quali erano i loro diritti. Allora Conte disse che il governo "non lavorava con il favore delle tenebre, guardava in faccia gli italiani". Bellissimo, molto efficace".

In quell'occasione, ha proseguito la presidente del Consiglio, "Conte ribadì che del Mes ne avrebbe parlato con il Parlamento. E allora chi ha dato l'assenso italiano, a livello di governo, a una ratifica che oggi ci mette in una condizione difficile?". Meloni ha alzato il tono di voce: "Lo ha fatto il governo Conte, senza mandato parlamentare, un giorno dopo essersi dimesso, quando era in carica solamente per gli affari correnti, con un mandato a un ambasciatore firmato dall'allora ministro degli Esteri Luigi Di Maio, senza un mandato parlamentare, senza che ne avesse il potere, senza dirlo agli italiani, e con il favore delle tenebre. Sì, con il favore delle tenebre. E allora forse è oggi che bisogna guardare in faccia gli italiani e spiegargli come sono andate le cose".

Più avanti nel dibattito in Aula, ha risposto la ex deputata di Italia viva Elena Bonetti: "Vorrei ricordare alla presidente Meloni che quando il presidente Conte ha firmato quell'accordo, a gennaio, era nel suo pieno potere perché gli affari correnti di un governo comprendono anche la ratifica delle politiche europee, e lei lo sa bene. Era ampiamente alla luce del sole, non c'erano tenebre. Si basava su una risoluzione votata a dicembre del 2020 a maggioranza, in Senato. È sfuggito qualche dato".

La replica di Conte

"Tutte le volte che parla di Mes, la presidente Meloni diventa tutta paonazza, scomposta", ha detto Giuseppe Conte rispondendo all'intervento di Meloni in Aula. "Sarà perché il Mes è stato introdotto in Italia nell'agosto 2011 sotto il governo Berlusconi, quando il ministro della Gioventù era Giorgia Meloni? C'era i ministri La Russa, Fitto, Calderone. Eravate sempre gli stessi", ha quindi attaccato il leader del Movimento 5 stelle.

"E come si permette di venire a dire che abbiamo fatto qualcosa in modo non trasparente? Legga gli atti parlamentari: nel dicembre 2020 il Parlamento aveva dato un mandato chiaro al mio governo per l'approvazione". Poi Conte ha concluso: "Quello che non capisco è: lei è presidente del Consiglio, la ratifica la decide lei con le forze di maggioranza. Ci faccia sapere: la approva a non la approva? Non è più tempo di scaricare sugli altri, assumetevele le responsabilità. Guardate che la credibilità del governo dipende dalla coerenza".

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