Meloni in ansia dopo i dossieraggi, ora nella sede di FdI si usa un ‘jammer’ contro le intercettazioni
Nelle ultime settimane, più di un caso è emerso nella cronaca nazionale che riguardava accessi indebiti a informazioni private, spesso anche di politici. Dall'indagine di Perugia a quella su un bancario pugliese, fino al più recente caso ‘dossieraggi' che riguarda la società milanese Equalize srl. Tutte inchieste che hanno messo in evidenza come la sicurezza informatica garantita dallo Stato non sia così forte, e come spesso bastino pochi passaggi per arrivare a dati riservati.
Che sia per questo motivo o per altri, in ogni caso risulta che nella sede di Fratelli d'Italia a Roma i responsabili del partito siano corsi ai ripari per evitare intercettazioni. Secondo quanto riportato dal Foglio, nella sede di via della Scrofa – base centrale del partito di maggioranza, dove spesso si riuniscono i vertici di FdI, tra cui Arianna Meloni – si utilizza un jammer.
Si tratta di un dispositivo elettronico che serve a disturbare le frequenze radio. Sostanzialmente, rende impossibile utilizzare il cellulare, ricevere o trasmettere dei segnali. Un jammer portatile non è molto difficile da reperire – si può tranquillamente comprare online – e può costare da qualche decina di euro fino a diverse centinaia o anche migliaia.
Il disturbatore di frequenze, stando a quanto riportato, verrebbe spesso acceso prima di iniziare una riunione. In questo modo si evitano intercettazioni dei telefoni, che in alcuni casi possono registrare l'ambiente intorno a loro anche quando non stanno effettuando una chiamata. Si tratta di macchinari che spesso vengono utilizzati in luoghi particolarmente sensibili – come ambasciate, oppure aeroporti – dove garantire che non ci siano intercettazioni continue è cruciale.
Certo, i jammer hanno poco a che fare con dei dossieraggi che invece si basano su accessi illegali alle banche dati pubbliche delle forze dell'ordine o dell'Agenzia delle Entrate. Ma può evitare che le conversazioni nella stanza vengano registrate.
La mossa sarebbe legata a un clima di ‘accerchiamento' che si respirerebbe, secondo diversi retroscena, all'interno del partito di Giorgia Meloni e anche in ambienti di governo. L'idea che le intercettazioni, partite da tempo, riguardino soprattutto i politici di destra e che siano mirati a indebolire l'esecutivo. L'impressione, insomma, di un ‘complotto' per mettere in difficoltà il governo. Così, che sia eccessivo o meno, ora risulta che nelle riunioni di FdI spesso la conversazione inizi solo quando il disturbatore viene acceso.
Un'altra precauzione, che però appare decisamente più moderata e non è unica di Fratelli d'Italia o del centrodestra, è che i vertici di FdI (e anche del governo) utilizzerebbero l'applicazione Signal per la maggior parte delle proprie comunicazioni. Si tratta di un'app di messaggistica che per i propri messaggi e chiamate utilizza la crittografia end-to-end (cosa che fa, ad esempio, anche Whatsapp) e che in più garantisce una maggiore sicurezza per i propri metadati. In sostanza, consente una maggiore privacy. In questo caso, l'applicazione ha anche lo scopo di evitare fuoriuscite di informazioni dalle chat, come avvenuto in passato. O, almeno, evitare che le informazioni possano essere intercettate e analizzate dall'esterno.