Meloni ha detto ai sindacati cosa vuole fare su salari e pensioni: “Bisogna evitare la bomba sociale”
Il vertice a Palazzo Chigi tra la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e i sindacati era atteso dalle parti sociali per un confronto su diversi punti per i quali mancavano risposte concrete dal governo. Nel corso dell'incontro, Meloni ha toccato alcuni di questi punti: in particolare, la riforma fiscale e le pensioni, ma anche – in parte – sanità pubblica e salari.
La risposta ai salari bassi: un osservatorio sul potere d'acquisto
Secondo quanto fatto filtrare da Chigi, la presidente del Consiglio avrebbe annunciato l'apertura di un "osservatorio governativo sul tema del potere d'acquisto", che si occupi di monitorare "salari, monitoraggio dei prezzi e della politica dei prezzi", ma anche "l'attuazione e gli effetti dei provvedimenti che noi abbiamo introdotto e che magari non hanno dato i risultati previsti, come per esempio la riduzione dell'Iva sui prodotti per la prima infanzia". Questo, ha detto Meloni, è "il tema più rilevante, dal quale si dipartono anche gli altri".
Il tema del calo del potere d'acquisto delle famiglie è stato rilanciato durante l'incontro anche da Pierpaolo Bombardieri: "In questo Paese, c’è un problema che riguarda le politiche salariali, perché i lavoratori, negli ultimi due anni, hanno perso il 10% del loro potere d’acquisto". La risposta delle opposizioni e degli stessi sindacati è che bisognerebbe introdurre un salario minimo, ma la presidente del Consiglio si è opposta più volte all'idea. L'istituzione dell'osservatorio, quindi, resta l'unica misura annunciata dal governo su questo fronte oltre al taglio del cuneo fiscale.
Riforma fiscale, si allargherà lo scaglione basso dell'Irpef
Meloni ha anche dato alcune indicazioni in più sulla riforma fiscale del governo. Per abbassare l'Irpef, ad esempio, la leader del governo ha confermato che si intende allargare lo scaglione più basso "per ricomprendervi molti più lavoratori". In più, saranno previste una serie di deduzioni per i lavoratori dipendenti, "tra le quali quella sui trasporti". Ancora, si intende "rendere strutturale" il fringe benefit, con cui un datore di lavoro può erogare ai suoi dipendenti a cui nasce un figlio un bonus che viene detassato.
La denatalità, ha sottolineato Meloni, è "un’altra grande questione economica, che se non affrontata per tempo renderà molto meno efficaci tutti gli altri provvedimenti. È inutile pensare a come ottimizzare il sistema previdenziale, se abbiamo sempre meno persone in età lavorativa".
"Pensare alle pensioni del futuro" e ridurre il gap di occupazione femminile
Proprio in ambito di pensioni, la presidente del Consiglio ha ricordato che è stato istituito un altro osservatorio, quello per monitorare la spesa previdenziale. "Sarà utile per mappare tutta la spesa e per valutare anche gli effetti di determinati provvedimenti in tema di esodi aziendali e ricambio generazionale". Presto, l'osservatorio si occuperà del "rafforzamento del sistema previdenziale, con particolare riguardo alle pensioni future". Le prospettive, infatti, per un Paese ‘anziano' come l'Italia, sono decisamente complicate per quel che riguarda la sostenibilità delle pensioni: "Dobbiamo garantire la tenuta del sistema ed evitare il manifestarsi di una bomba sociale nei prossimi decenni", ha detto Meloni.
Nel mondo del lavoro, invece, il governo ha intenzione di "incentivare ancora l'occupazione a tempo indeterminato, soprattutto nell'ambito dell'occupazione femminile", perché questo, secondo Meloni, è "il nostro principale gap rispetto alla media europea". Una volta migliorato il dato sull'occupazione femminile, "colmeremmo di fatto tutto il gap occupazionale che abbiamo rispetto agli altri Paesi europei. Questo rimane un grandissimo tema soprattutto per le regioni del Mezzogiorno. I nostri provvedimenti si sono quindi concentrati soprattutto sui fragili, sulle donne, sui giovani e sui percettori del reddito di cittadinanza".
Dal Pnrr fondi anche per la sanità pubblica
Un ultimo punto sul tavolo è stato quello del Pnrr, su cui il governo continua a mantenere una linea ottimista. Il Piano è "una delle questioni principali, una grande occasione", e la revisione a cui lo sta sottoponendo l'esecutivo è "l'occasione per fare insieme una valutazione su cosa nel Pnrr può essere ottimizzato e perfezionato". Una parte delle risorse non andrà direttamente alla ricostruzione dell'Emilia-Romagna dopo l'alluvione, ma ci sono fondi "per la messa in sicurezza dei territori. Mi ha colpito molto il fatto che prima di partire per il G7 in Giappone avevamo appena nominato un Commissario per la siccità; siamo tornati e dobbiamo nominare quello per l'alluvione. Bisogna rafforzare gli strumenti, soprattutto quelli che consentono di essere pronti qualora l'imprevisto dovesse manifestarsi.".
Anche sulla sanità, uno dei temi su cui i sindacati hanno insistito di più ("vorremmo parlarne ma non incontriamo mai il ministro", ha detto Bombardieri), Meloni ha assicurato: "C'è un finanziamento importante nel Pnrr, oltre 15 miliardi di euro, è una grande occasione per migliorare il nostro sistema sanitario senza immaginare cattedrali nel deserto". Gli obiettivi, sulla carta, sarebbero "la riorganizzazione dei servizi, il miglioramento dell'accesso alle cure, la valorizzazione dei professionisti della sanità".